Si può morire anche spalando la neve. Di infarto. Almeno quattro persone, nelle ultime 48 ore, hanno chiuso la loro vita con la pala in mano, nel tentativo di pulire il vialetto di casa. Non si muore solo di assideramento (come i due senzatetto di ieri), accadono anche queste tragedie paradossali, che portano a otto il numero delle vittime uccise ieri dal freddo polare. Che non mollerà la presa per l’intera settimana. Soprattutto nelle regioni del Centro, comprese quelle vicino al mare. Fiocca in Emilia e pure nel Riminese dove la neve ha provocato il crollo di un capannone che ha schiacciato 50mila pulcini. Fiocca in Lazio, nelle Marche, in Molise, in Umbria, in Basilicata, in Campania, in Abruzzo. Interi paesini o frazioni (l’elenco è lungo) sono isolati, mancano di acqua, luce e ora anche di cibo. Pure le comunicazioni sono problematiche perché le batterie dei cellulari si sono ormai quasi tutte scariche. La gente si scalda come può, chi ha un camino si sente privilegiato. Chi non ha acqua usa la neve e la fa sciogliere sul fuoco. Sembrano scene rurali di fine secolo. Ma non hanno nulla di romantico. Tutti invocano soccorsi e pure l’esercito è chiamato a fare la sua parte: 400 uomini e 70 mezzi sono dislocati in diverse regioni per fare un po’ di tutto. Un grande aiuto arriva anche dagli agricoltori: 10.000 trattori – annuncia Coldiretti - sono pronti a intervenire.
Si tenta di fare l’impossibile per aiutare chi è in difficoltà ma le polemiche non mancano. A Sora, un paese della Ciociaria il sindaco accusa: «Siamo isolati da quasi quattro giorni senza acqua né luce. Ci hanno lasciati soli». Decine le situazioni fotocopia. Fra Lazio, Molise, Campania e Abruzzo sono ancora interrotte ben 59mila utenze Enel. In Abruzzo non manca solo la luce. La neve non dà tregua da ieri mattina. Il presidente della Regione ha dichiarato lo stato di emergenza. All’Aquila il sindaco ha deciso di requisire la benzina dei distributori per rifornire i mezzi antineve e di soccorso. A Magliano dei Marsi non c’è acqua potabile e scarseggia il cibo: da giovedì aspettano l’arrivo di uno spazzaneve, ma senza successo. In Molise condizioni al limite anche per la fauna selvatica. Alcuni cervi hanno cercato cibo nei pressi dei centri abitati dove la neve essendo meno folta è più facile raggiungere l’erba del terreno. E con loro sono arrivati anche i lupi in cerca di prede selvatiche o di qualche pollaio.
Nella capitale la situazione non si stabilizza. Spunta l’emergenza ghiaccio e pure quella dei rifiuti nei cassonetti che nessuno svuota perché migliaia di addetti alla raccolta sono stati dirottati a spalare la neve. Rallentano anche le attività istituzionali. Oggi è stata rinviata l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti e pure gli scioperi dei trasporti previsti per oggi sono stati tutti differiti a data da destinarsi. Il Comune ha distribuito 2.500 pale e ha cosparso 2.000 tonnellate di sale sulle strade. Si circola a fatica a Roma mentre in alcune zone della provincia regna la paralisi. Ben 22mila famiglie sono senza energia elettrica da 48 ore. Ieri i Carabinieri hanno ricevuto 25 mila chiamate che sono intervenuti per portare persone dializzate in ospedale, per consegnare medicinali alle famiglie rimaste isolate. Per trasferire malati e medici negli ospedali difficili da raggiungere per via del ghiaccio.
Sulle autostrade, invece, la situazione sembra lentamente migliorare, a parte la nebbia al Nord. Riaperte l’A24 e l’A25 dove erano rimaste bloccate 400 auto al casello di Pratola, ma il traffico va a singhiozzo.
Ed ecco anche prime ripercussioni per i consumatori.
La Coldiretti ha stimato quasi centomila tonnellate di cibo deperibile non consegnato e da oggi potrebbero scarseggiare alcuni prodotti, soprattutto quelli freschi come verdura, uova e latte fresco ma anche altri generi alimentari. Nei negozi ci sarà meno cibo ma più caro, aggiunge il Codacons, che ha riscontrato forti rincari dei listini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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