A suo modo, è un esordio. Fino a oggi, infatti, quello che per il nome - Blue Note - è considerato il «tempio del jazz» li ha ospitati in occasione di brunch domenicali e altre occasioni specifiche. Stasera, invece, li vedrà sul palco per una serata di ordinario cartellone con un concerto intitolato Medley. E di un vero medley si tratterà, costruito miscelando il meglio del Novecento.
Loro sono gli Alti e Bassi, quintetto ormai storico nel panorama delle formazioni che cantano «a cappella», ovvero solo facendo suonare lo strumento naturale per eccellenza: la voce. Dal 1994, anno della loro fondazione, a oggi il gruppo ha sfornato quattro dischi, innumerevoli concerti in Italia e qualche sconfinamento (Vienna, di recente). Pure, la piazza milanese li conosce poco. «Ecco perché questo concerto è per noi unottima occasione di visibilità cittadina», dice Andrea Thomas Gambetti, che con Diego Saltarella, Filippo Tuccimei, Paolo Bellodi e Alberto Schirò costituisce lensemble. «Ma è anche una ghiotta opportunità per far conoscere un repertorio importante, che noi chiamiamo laltro 900 - prosegue -. Cioè musica né classica né leggera ma fondamentale nellidentità culturale del secolo: jazz, swing, blues».
Il repertorio degli Alti e Bassi è vastissimo: solo Medley, il loro ultimo disco (che dà titolo al concerto), conta 32 brani. Si passa dai songs di «West side story» alle celebri canzoni Disney, da Battisti ai Beatles a Broadway, con incursioni in George Gershwin.
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