Roma - Non si placano le polemiche sul nuovo scandalo che ha sconvolto il mondo del calcio in Italia. Le intercettazioni pubblicate dai giornali tracciano uno scenario inquietante. Il medico Marco Pirani, nel suo interrogatorio, avrebbe fatto riferimento ad altre quattro o cinque partite, anche di serie A, oltre alle 18 contestate nell’ordinanza di custodia cautelare. Partite che non risalirebbero solo al campionato scorso. Circostanze, queste, che saranno approfondite martedì prossimo in un interrogatorio davanti al pm Roberto Di Martino. A quanto si è saputo, Pirani avrebbe in qualche modo preso le distanze dagli altri indagati, minimizzando il suo ruolo all’interno della presunta organizzazione.
Il dolore di De Rossi Intanto, però, c'è chi professa la propria assoluta estraneità ai fatti contestati e, fino a prova contraria, è doveroso darne conto. "È mia intenzione - dice il centrocampista della Roma e della Nazionale, Daniele De Rossi - sottolineare tutta la mia indignazione per quanto apparso su alcuni organi di stampa, peraltro immediatamente smentito da autorevoli fonti giudiziarie, riguardo una vicenda che mi vede del tutto estraneo". Il nome di De Rossi era stato accostato all’inchiesta di Cremona sullo scandalo scommesse. Il diretto interessato però si difende e rilancia: "Sono stati fatti riferimenti alla mia persona del tutto falsi ed inventati - prosegue De Rossi in un comunicato - e per questo tutelerò la mia immagine e la mia onorabilità in sede giudiziaria contro chiunque associerà il mio nome a questa vicenda. Non ho altro da aggiungere".
La smentita del pm "Non c’è il nome di Daniele De Rossi nelle indagini". Così il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, ha spiegato che il centrocampista giallorosso non è tra i sospettati dello scandalo scommesse esploso nei giorni scorsi. L’inchiesta della Procura di Cremona ha portato all’arresto di 16 persone, e proprio nella tarda serata di giovedì era spuntato il nome di De Rossi, tirato in ballo dall’ex portiere della Cremonese Paoloni nel corso di una telefonata sulla partita Genoa-Roma (che i giallorossi persero 4-3 pur in vantaggio di tre gol). "Quella di De Rossi è una sciocchezza - ha detto il magistrato -. Ho chiesto informazioni ai miei ufficiali di polizia giudiziaria e mi è stato detto che il suo nome non c’è".
I Monopoli di Stato segnalano 37 partite sospette Sono ben 37 le partite "sospette" che i Monopoli di Stato, grazie al proprio sistema di rilevazione, hanno segnalato alla Procura Federale della Figc. La maggior parte - informa l’Agicos - sono partite di Lega Pro, ma spiccano anche 12 segnalazioni su incontri di Serie B e quattro o cinque di A. Le segnalazioni scattano quando i Monopoli rilevano flussi abnormi di giocate rispetto all’importanza dell’incontro, quando le giocate si orientano in modo univoco o ancora quando un numero eccessivo di puntate viene piazzato su scommesse più di nicchia, come l’under/over, primo tempo/finale e primo tempo 1X2. In alcuni casi, il risultato pronosticato nelle scommesse non è stato confermato in campo, in altri invece l’allarme si è dimostrato giustificato. È il caso di Atalanta-Piacenza del 19 marzo, finita 3 a 0 per i padroni di casa: Aams, rileva Agicos, aveva segnalato alla Figc il flusso anomalo di scommesse sull’1 già 24 ore prima dell’inizio della partita.
Abete: non accettiamo pistolotti da nessuno "Le partite che ci sono state segnalate dalle agenzie di scommesse? I monopoli inviano alla procura federale le partite sulle quali, secondo le loro valutazioni, ci sono giocate che vengono considerate anomale. Questo comporta la chiusura della giocata ma in oltre il 50% dei casi non ha determinato l'esito sportivo uguale alla giocata stessa. La procura federale si attiva ma, giustamente, non può effettuare intercettazioni o controlli sui conti correnti", lo ha detto a Sky il presidente della Figc, Giancarlo Abete: "Non è il mondo del calcio che deve dare conto a quello delle scommesse, la Federazione non accetta pistolotti da nessuno", ha concluso.
Il mercato illegale raccoglie 2,5 miliardi all'anno Nel 2010 il mercato delle scommesse clandestine sarebbe ammontato a circa 2,5 miliardi di euro contro i 4,4 raccolti da quello legale.
Secondo le stime degli esperti citate dall’agenzia specializzata Agicos, il mercato delle scommesse illegali sarebbe in crescita rispetto al 2009 quando le stime del mercato clandestino erano state di circa 1,6 miliardi di euro. Il mercato delle scommesse illegali rappresenterebbe dunque oltre la metà (il 56%) di quello legale, che nel 2010 in Italia ha fatto segnare una raccolta superiore ai 4,4 miliardi di euro.
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