La prima volta che si indossano i guantoni. La prima volta che si colpisce un sacco. La prima volta che si fa sparring. La prima volta che si sale su un ring. La prima volta che si combatte. E, infine, la prima volta che si fa un incontro da professionista. Ogni tappa, ogni momento, rappresenta qualcosa di nuovo dove la paura - di farsi male, di fallire o di perdere - si mischia alla volontà di riuscire, di combattere con onore e di vincere. Un obiettivo raggiunto che diventa a sua volta punto di partenza. È questa l’essenza degli sport. Di ogni sport. Ma in special modo della boxe, dove la disciplina, se non tutto, è tanto.
Martina Caruso, 32 anni, ha combattuto il suo primo incontro da pugile professionista. Era da anni che si preparava a questo momento. Da quando aveva deciso di entrare nella palestra della Pugilistica Brianza. Non era un hobby per lei. Era la missione della vita. Allenarsi per combattere. Per essere la migliore. Un obiettivo che aveva portato avanti per anni con un altro sport, il karate, per approdare poi alla boxe. Come racconta Martina al Giornale: “Per me l’esordio è stato solo il primo passo, l’inizio di un lungo percorso. Significa tanto quanto i prossimi combattimenti, mi aspetto di crescere e migliorare. Ogni combattimento sarà importante. È stato forte emozionalmente aver toccato con mano tutto ciò che c’era già nella mia testa”. E così è stato. Ha sfidato la sua avversaria e il match è durato poco più di un minuto. Ma, dietro a quelle decine di secondi, c’è stato un pomeriggio di raccoglimento. Musica. Silenzio. Esercizi. E tutto a ripetere. Fino a quando non si è sentita davvero pronta ed è salita sul ring.
Come spiegano i due coach di Martina, Francesco Seveso e Stefano Rizzo, che la pensano proprio come lei: “Per la nostra palestra non è un punto di arrivo ma un obiettivo molto importante che ci apre a un ambiente nuovo che è il professionismo perché Martina è la nostra prima professionista. In futuro speriamo che altri seguano la sua strada, ma intanto lei ha la possibilità di fare bene perché è molto determinata mentalmente ed è anche un esempio per molte ragazze che sono venute a vederla, prendendola anche come punto di riferimento”. Buona la prima, quindi.
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