Certo che immergersi in quelle acque gelide e profonde, dove confluiscono e sbattono oceano indiano e pacifico, non è esattamente come gettarsi in una piscina olimpionica. Qui le correnti ti trascinano dove vogliono, la temperatura dell'acqua è tutt'altro che confortevole e, sotto di te, non sai mica cosa puoi trovare.
Però Michael Phelps - per gli amici "Lo squalo di Baltimora" - è perfettamente a conoscenza di tutte queste cose e, nel luglio del 2017, dopo intensi mesi di preparazione, decide che vale la pena tentare. L'obiettivo - surreale ma bello - è quello di sfidare in velocità, nei 100 metri, un autentico squalo bianco. In fondo i suoi 39 record mondiali e le 23 medagli d'oro olimpiche premute in casa legittimano l'ambizione.
Lo scenario è quello di Cape Town, Sudafrica. Acque gelide, barca che oscilla. Frotte di videomaker e fotografi addensati tutto intorno, perché l'evento è stato organizzato da quelli di Discovery Channel, nell'ambito della settimana dedicata alla conoscenza degli squali. Roba destinata a finire sugli schermi di 220 paesi nel mondo.
Phelps, da sempre appassionato di squali, dice che anche se si è preparato per settimane il passaggio dai 26 gradi della piscina ai 12 dell'acqua salata è uno shock. Lo squalo bianco che dovrebbe gareggiare accanto a lui è lungo 7 metri e, ovviamente, il progetto è quello di farlo sfrecciare delimitato da una gabbia, con una foca come esca per farlo procedere dritto in avanti. Sarebbe alquanto spiacevole, del resto, se Phelps finisse triturato nel tentativo.
La sfida viene trasmessa il 30 luglio, ma i fan restano enormemente delusi. Il campione e il predatore, infatti, mica nuotano davvero uno accanto all'altro, seppur separati da una spessa rete metallica. Ognuno fa il percorso in singolare e poi i tempi vengono messi a confronto. Dopodichè una grottesca ricostruzione grafica li propone affiancati in un video. Vince lo squalo, sospinto da una stazza che - una volta lanciato - lo rende troppo veloce anche per il migliore tra gli esseri umani. Phelps perde comunque per soli due secondi: non basta la mono pinna che indossa sulle leve per esercitare maggiore spinta.
"Direi che entrambi siamo andati abbastanza velocemente - commenterà in seguito Michael - certo l’agilità e la linea retta tenuta da un pesce da 1900 chili sono fantastiche, io sono più lento. E poi l’enorme esplosività fuori dall’acqua: se avessi avuto sul blocco quella potenza, cavolo, avrei fatto cose ancora migliori in questi anni".
Sui social però i commenti sarcastici e quelli inferociti si
sprecano. Migliaia di persone incollate a tv, pc e telefoni restano attonite, perché le premesse della gara erano diverse. La dura legge del marketing miete vittime. Gli squali - quelli veri - altrettanto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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