Marcello Zacché
da Milano
Le Generali continuano a segnare una redditività da record. Ieri è stata la volta dellutile del primo semestre, cresciuto del 29,3% a 1,14 miliardi, contro gli 881 milioni del primo semestre 2004 e migliore delle attese degli analisti, che si aspettavamo, mediamente, 970-980 milioni. Il titolo ha comunque chiuso la giornata in calo dell1% a 21,17 euro.
Un risultato che prepara il gruppo per la volata finale di fine anno, che corrisponde anche alla chiusura del triennio 2003-2005, quello del piano industriale presentato a suo tempo dagli amministratori delegati Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. E in effetti tanto dai numeri, quanto dal clima che si respira nella compagnia, traspare soddisfazione e una sensazione di obiettivi raggiunti e in molti casi superati. Grazie soprattutto al grande lavoro di riorganizzazione dei «sistemi» che è stato portato avanti in questi tre anni. Il che, tradotto in termini concreti, significa aver contenuto i costi (riduzione del 2,1% dell'incidenza dei costi sui premi, risultata in calo a 13,5%), con interventi strutturali importanti distribuiti in un sistema che conta più di 300 società consolidate in mezzo mondo. Era lunica politica industriale che permettesse, in un periodo che certo non verrà ricordato come tra i più dinamici sul fronte congiunturale, di incrementare con tassi a due cifre la redditività complessiva. Di fronte a un mercato rigido e in presenza di prodotti consolidati, la strada è stata quella di ottimizzare il funzionamento dellorganizzazione.
Ora il gruppo è atteso da un futuro che passerà dal prossimo piano industriale, in arrivo entro marzo 2006. Le aspettative sono rivolte dal lato dellallocazione del capitale (come sollecita Mediobanca, primo azionista del gruppo), che significherà anche espansione. Crescita verso i mercati dellEst Europa, con una lente puntata sulla Russia, anche attraverso acquisizioni, senza escludere le banche e percorrendo la strada delle partnership. Il rafforzamento sarà rivolto alle reti, essendo il gruppo già forte e sicuro del proprio ventaglio di prodotti.
Tornando alla semestrale, i premi consolidati segnano un progresso del 17,2% a 32,87 miliardi, la «combined ratio» migliora al 96% dal 96,5%, il valore della nuova produzione vita sale del 30% a 385 milioni, mentre il volume dei premi di nuova produzione segna un più 34,3% a 14,35 miliardi.
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