Anche Fiat e Valentino tra i «sette samurai»

Saranno sette, proprio come i samurai di Akira Kurosawa. Sette grandi gruppi italiani a Tokio, in vetrina per due giorni, il 4 e 5 ottobre, di fronte a una settantina di investitori. A portarli fin laggiù è la Borsa Italiana, la società-mercato che punta a rendere periodiche queste presentazioni del «corporate Italy» all’estero: Londra, New York e ora Tokio, per la seconda volta in due anni.
Ma tra i samurai di quest’anno ci sono novità. Per la prima volta come società indipendente fa il suo esordio sulla scena internazionale Valentino, nata dalla scissione con Marzotto. Una società e un marchio che si uniscono ad altri illustri rappresentanti del made in Italy: Bulgari, Campari e Tod’s. Mancherebbe solo la Ferrari. E infatti ci sarà, anche se nei panni di Fiat. Il Lingotto, dopo una lunga riflessione interna, ha aderito all’invito della Borsa e sarà forse rappresentato in prima persona dal suo stesso ad, Sergio Marchionne. Un segnale in più della rinnovata voglia di mostrare (in questo caso al mondo intero) tutti gli elementi della svolta nel processo di ristrutturazione dell’auto.

Completano il quadro la «star» Finmeccanica e, in rappresentanza delle banche, Unicredito. A organizzare gli incontri con gli investitori sarà, ça va sans dire, Nomura. La banca d’affari che, dopo essersi alleata di Unipol nella scalata a Bnl, è sempre più interessata alle cose italiane. \

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