Anche i grandi anziani ipertesi reagiscono alle terapie efficaci

Gli ipertesi si devono sempre curare. Lo afferma lo studio clinico Hyvet condotto su 3.845 soggetti ottantenni o ultraottantenni in undici Paesi del mondo (tra essi anche l'Italia) e coordinato dall'Imperial College di Londra. Questo importante trial ha dimostrato che - sottoposti per due anni ad una terapia che associa un ace-inibitore a un diuretico - questi pazienti hanno visto diminuire la possibilità di un ictus (meno 45 per cento) e di uno scompenso cardiaco (meno 72).
Per la prima volta, inoltre, è stata osservata una netta riduzione (-28%) della mortalità globale. La terapia è più facile da applicare perché i due farmaci, l'ace-inibitore e il diuretico, sono in un'unica compressa.
Lo studio Hyvet dimostra - in maniera inequivocabile - che anche i soggetti anziani e molto anziani traggono notevoli benefici da una terapia farmacologica mirata. Cade, quindi, l'antico pregiudizio che sconsigliava di curare gli ultraottantenni, ritenuti «troppo fragili». L'ipertensione arteriosa è una patologia di cui soffre il 20 per cento della popolazione mondiale. Un'indagine Istat del 2007 è arrivata alla conclusione che in Italia sono ipertesi il 44 per cento degli uomini e il 31 per cento delle donne.

L'allungamento della vita moltiplica il numero degli ipertesi e li espone a complicazioni come l'ictus cerebrale, spesso causa di disabilità. I risultati dello studio Hyvet sono di grande valore, come evidenzia il New England Journal of Medicine, che ha pubblicato lo studio.

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