Un monumento a Cristoforo Colombo, un altro ai caduti del mare; una piazza intitolata ai marinai italiani; un museo navale che custodisce tra altre rarità, la prua della nave Otago, il brigantino che vide lo scrittore Joseph Conrad al suo primo comando. E ancora, la più antica e numerosa associazione di marinai in congedo e addirittura lUfficio tecnico militare marittimo. Tutto qui, nella asciuttissima Milano.
Se nel 1949 il napoletano Giuseppe Marotta scriveva «A porta Venezia cè il mare, non si trova ma cè», forse oggi sarebbe il caso di estendere questo paradosso tanto affettuoso allintera città. Qualche esempio? Che ci fa, in via Boschetti al civico 6, lunica statua di Cristoforo Colombo presente in Lombardia? È nel giardino di un bel palazzo dal 1860, anno di annessione di Milano al Piemonte. Il navigatore in candida pietra si appoggia a un rotolo di gomene e a unancora, tiene il berretto in una mano e il volto rivolto ad ovest come quando scoprì lAmerica. Invece il monumento di Francesco Somaini ai marinai dItalia nellomonima piazza fu inaugurato il 10 settembre 1967 dallonorevole Aldo Moro. Perché un monumento tanto «marittimo» proprio nel capoluogo lombardo? Perché a Milano sorse nel 1912 la prima associazione italiana di marinai in congedo. E da sempre la città ospita il più alto numero di ex naviganti, tanto che nellultima guerra fu la città italiana che offrì al mare il più alto tributo di vite umane. Lo dice, anche se in tono più dimesso, pure la grande ancora intitolata ai caduti del mare che è situata in via Don Orione, angolo via Padova. È lì dal 4 novembre 1998 e la dedica dice: «I marinai del gruppo Camillo Peraboni»: fa un certo effetto levocazione di oceani, navi e naviganti nella rugginosa Crescenzago.
Del resto la tradizione marinara di Milano è molto forte da sempre. «Quando cera la leva obbligatoria svela lammiraglio Pietro Caricato, 72 anni, una vita passata in mare, molti comandi tra cui quello del cacciatorpediniere missilistico Impavido - tutti i dipendenti delle fabbriche di componentistica e di carpenteria che lavoravano per la Marina militare venivano iscritti dobbligo alla leva di mare». Un fatto che spiega anche lattuale flessione di naviganti in città. Lammiraglio Caricato è presidente della Associazione Marinai dItalia di Milano: una graziosa sede affacciata sulla darsena, in viale Gorizia 9/B . Lassociazione oggi ha «solo» 350 iscritti. Tra di essi cè anche un gruppo di sommergibilisti che edita una propria rivista dal titolo «Aria alla rapida» che vuol dire «Emersione» nel gergo asciutto dei militari.
Ma le sorprese continuano. Al Civico Acquario, il terzo più antico dEuropa, ha sede lIstituto oceanografico Thetys: una associazione di fama mondiale che si occupa della salvaguardia dei grandi mammiferi marini e di ricerca oceanografica. Al Museo della Scienza e della Tecnologia, oltre al sommergibile Toti, è conservata la prua del brigantino Otago, recuperata dalleditore Ugo Mursia in Tasmania e regalata al museo di via San Vittore che a breve la esporrà insieme ad altri preziosi cimeli. Una testimonianza importante perché fu proprio a bordo dellOtago che lo scrittore anglo-polacco Joseph Conrad ebbe il suo primo comando.
Infine chi penserebbe mai che la sicurezza di civili e militari che vanno per mare passa anche per via Gonzaga? Al civico numero 4 è infatti situato lUfficio tecnico territoriale costruzioni ed armamenti navali della Marina militare.
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