Ancora caos in questura: altri mille pachistani chiedono asilo politico

Assalto all'ufficio stranieri: dopo la «carica» dei 400 di martedì, ieri nuove code Per riceverli tutti, aperto uno sportello in via Cagni

Se martedì erano oltre 400, ieri mattina arrivavano a mille gli stranieri richiedenti asilo politico (ora detto «protezione internazionale») ammassati all’esterno dell’ufficio immigrazione di via Montebello. Arrivati sin dalle 21 della sera precedente, infatti, gli immigrati (per lo più provenienti dal Pakistan e dal Bangladesh) hanno bivaccato nella zona producendo rifiuti e molto rumore, naturalmente in barba ai furibondi residenti. Così, lo «spettacolo» che si presentava ieri mattina all’angolo tra via Montebello e via Marco De Marchi era desolante: cartacce ovunque, resti di cibo e rifiuti biologici di ogni genere.
Purtroppo la Questura è riuscita solo a mettere in coda questi immigrati oltre a munirne una parte di un invito finalizzato alla trattazione delle istanze per i giorni a venire. Inoltre, secondo un comunicato diffuso da via Fatebenefratelli, da stamattina il problema dovrebbe «traslocare» al reparto mobile di via Cagni, dove tutti gli stranieri che ieri non hanno ricevuto l’invito, dovranno mettersi di nuovo in fila per la trattazione delle richieste di protezione internazionale.
«A nostro avviso, contrariamente a quanto dice il comunicato della Questura, la situazione non sarà più gestibile perché gli stranieri continueranno a presentarsi sia in via Cagni che in via Montebello - precisa Francesco De Vito, segretario generale provinciale dell’Ugl polizia di stato -. E inoltre anche ieri si è continuato a dare inviti a persone che non sono state identificate in maniera compiuta. Questa procedura incompleta espone gli operatori di polizia addetti alla ricezione degli stranieri al rischio di subire eventuali responsabilità penali dovute a omissione d’atti d’ufficio: se, a esempio, uno di questi stranieri, magari ricercato ma con in tasca l’invito della Questura, va in giro e commette qualche reato grave, il poliziotto che ha firmato l’invito senza i necessari accertamenti, potrebbe finire in guai seri».
De Vito addossa la responsabilità di questa scelta irragionevole ai vertici della Questura che anche ieri mattina sono apparsi «impotenti di fronte alla risoluzione del problema». Già da metà giugno, infatti, una circolare all’interno dell’ufficio immigrazione esortava il personale a non dilazionare nel tempo gli appuntamenti per i richiedenti la protezione internazionale, procedendo a convocazioni di cinque persone al giorno per la trattazione della pratica.

Mentre tutti gli altri (definiti nel documento «eventuali esuberi») dovevano essere liquidati con un invito a tornare in Questura in una data «successiva». Esattamente quello che è successo in questi giorni. Peccato che gli «eventuali esuberi» siano centinaia e centinaia di persone.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica