Ancora Sterne sul podio In Sudafrica vince solo lui

È Natale anche per i campioni del golf professionistico che, dopo una stagione che dire intensa è poca cosa, finalmente hanno una breve pausa ed il tempo anche loro per decorare un albero e godersi la famiglia. Il Tour europeo - The Race to Dubai - ha momentaneamente calato il sipario con il South African Open giocatosi al Pearl Valley Golf Estates in quel di Città del Capo. È stato un gran bel torneo malgrado un montepremi non da favola - un milione di euro - però ha visto destreggiarsi sul percorso disegnato da Jack Nicklaus - davvero bello - il meglio del golf sudafricano a livello mondiale ed anche protagonisti del golf europeo del calibro di Lee Westwood tanto per intenderci.
L’Open del Sud Africa è il torneo «nazionale» più antico dopo il British Open essendo stato giocato per la prima volta nel 1893 anche se solo dal 1977 è entrato nel novero dei tornei dell’European Tour. Questo spiega perché tutti i migliori sudafricani da Ernie Els a Retief Goosen, da Immelman a Sabbatini, dal «veterano» Frost ai giovani Schwartzel ed Oosthuizen e a tanti altri emergenti di una tradizione che ha dato grandi campioni al golf (basti pensare a Bobby Locke e Gary Player) non vogliono mai mancare al «loro» Open. Anche perché l’orgoglio nazionale è altamente sentito e dimostrato dal fatto che solo cinque giocatori non sudafricani hanno vinto - nella storia - il torneo. Orgoglio onorato anche in questa edizione del South African Open con la vittoria combattuta, sofferta e meritata di Richard Sterne, ventisettenne di Pretoria e nuovo eroe di casa avendo vinto quest’anno ben tre tornei importanti e tutti nel suo Paese: lo Joburg Open in gennaio e il Dunhill Championship - già valido per la stagione golfistica 2009 - proprio una settimana prima di scrivere il proprio nome in fondo alla lista di un albo d’oro storico come quello dell’Open del Sud Africa.
Al Dunhill, Sterne era andato all’assalto del titolo nell’ultimo giro, rimontando i quattro colpi di ritardo che aveva nei confronti dei leader. Stessa storia a Pearl Valley, dove dopo 54 buche al comando c’era un campione del calibro di Lee Westwood, il quale dopo una annata che lo ha visto ben 13 volte arrivare tra i primi dieci, aveva finalmente a portata di mano il successo pieno. Orgoglio e classe di Sterne ed un po’ troppa ansia di successo da parte di Westwood hanno fatto la differenza, anche se sulle ultime 18 buche c’è stata battaglia fino all’ultimo green.
Un Ernie Els - quattro volte vincitore del torneo - che, dopo essere uscito di scena nel terzo giro con un pesante 77, chiudeva l’ultimo in 64 colpi rimanendo al comando sino quasi alla fine della gara. Un giovane Michael Lorenzo Vera, francese di belle speranze, leader dopo due giri che tentava l’affondo ma cedeva sulle ultime nove buche. Un sorprendente «debuttante» sul Tour quale Gareth Maybin, che prendeva la testa del torneo con Westwood e poi Sterne, per resistere sino all’ultimo ed arrivare al suo solo quinto torneo giocato sul circuito maggiore allo spareggio con il ben più esperto Sterne. Spareggio che per un solo colpo non ha visto della partita anche Els, Westwood e il ragazzino prodigio Rory McElroy.

Spareggio comunque breve con l’irlandese a corto di esperienza e pieno di tensione che lasciava il successo al più smaliziato Sterne, che con questo secondo successo consecutivo si è portato in terza posizione nell’ordine di merito per The Race to Dubai.
Buon Natale dal Tour che riprenderà - sempre in Sud Africa - l’8 gennaio con lo Joburg Open mentre quello americano, come al solito, alzerà il sipario al sole delle Hawaii nel primo weekend del nuovo anno.

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