«Anna Frank» riletta con amore e talento

Giovanni Antonucci

Il diario di Anna Frank di Frances Goodrich e Albert Hackett è stato fin dalla prima edizione della Compagnia dei Giovani un grande successo. Ora lo ripropongono l'Accademia Nazionale delle Arti e la Compagnia del Teatro Moderno in uno spettacolo, al Teatro Puccini di Firenze e dal 7 febbraio al Carcano di Milano, destinato a un altro successo. La pièce rappresenta la nota vicenda di Anna Frank, della sua famiglia e di altri amici ebrei, nascosti per due anni in una soffitta di Amsterdam per sfuggire ai campi di sterminio nazisti, senza peraltro riuscirvi. L'unico che si salvò fu il padre di Anna. Gli autori hanno avuto il merito di trarre dall'emozionante diario di Anna non una tragedia, ma una commedia con finale tragico. La coabitazione, in una situazione terribile, è vista con gli occhi di una bambina che diventa una donna, che scopre la sua femminilità e che si innamora di un giovanotto, suo compagno nella forzata prigionia. Lo spettacolo, ambientato nelle claustrofobiche scene di Michele Modafferi, trova, nell'eccellente regia di Federica Tatulli, una perfetta sintesi fra commedia e tragedia. Carolina Levi è un'Anna Frank credibilissima nei suo slanci adolescenziali.

Pieraldo Ferrante dà a Otto Frank una dolente umanità, Liliana Randi disegna con nitidezza il personaggio della madre. Tutto il resto del cast, da Romano Talevi a Rosa Sironi, fa di questa messinscena un esempio di teatro realizzato con amore e non solo con talento.

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