
«Non facciamoci dire dietro dai cugini francesi...». Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico italiano, ha ancora negli occhi la meraviglia dei Giochi di Parigi con le tante, tantissime, medaglie azzurre ma soprattutto con una città coinvolta e partecipe che ha riempito tribune e impianti, per un tutto esaurito che ormai accompagna le «altre» olimpiadi da Londra 2012, dai «migliori Giochi paralimpici di sempre» come li aveva definiti Sir Philip Craven, l'allora presidente del Comitato paralimpico internazionale. «E allora venite, venite, venite...- chiede Pancalli agli italiani- I nostri atleti per la prima volta coronano il sogno e Parigi gli spettatori hanno fatto la differenza. Riempite i luoghi di gara, riempiteli di sostegno perchè lo meritano e daremo una grande risposta di civiltà del nostro Paese».
Manca un anno esatto alle Paralimpiadi di Milano-Cortina. «One year to go» per mettere a punto un evento che dal 6 marzo 2026 quando all'Arena di Verona ci sarà la cerimonia inaugurale al 15 quando i Giochi si concluderanno nello stadio del ghiaccio di Cortina, vedrà in gara quasi 700 atleti che saranno ospitati nei tre villaggi olimpici di Milano, Cortina e Predazzo e che saranno impegnati in sei discipline, dall'hockey allo sci alpino, allo sci di fondo, al biathlon allo snowboard al curling. Saranno 79 le medaglie assegnate. Che contano certo, ma forse conta di più ciò che lo sport paralimpico rappresenta oggi nella cultura di una società che accetta e rispetta, nella comprensione di quanto lo sport sia il più formidabile strumento di «propaganda», la forma più diretta per raccontare la vita, l'attaccamento alla vita, la voglia di non arrendersi. Lo sport paralimpico sta cambiando le regole del gioco, la percezione storica della disabilità e dello sport. Non più partecipare ma «gareggiare», non più «supereroi» ma atleti che si allenano, faticano, vincono e perdono come tutti, che non fanno uno sport «speciale» ma sport. Punto.
La parola d'ordine anche per Milano-Cortina 2026 è «inclusione». Il manifesto lo ha illustrato il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, in collegamento da Roma alla presentazione milanese: «I Giochi dovranno essere accessibili a tutti- spiega- inclusivi in ogni aspetto». Anche quello delle infrastrutture. «L'obiettivo è garantire una fruizione degli spazi per tutti, atleti e spettatori con esigenze specifiche- spiegano dal Ministero delle infrastrutture- In ogni fase di progettazione si è applicato il principio del "Design for All" con soluzioni che rispondano alle più diverse esigenze motorie in modo da favorire la piena partecipazione di ogni individuo con strutture che possano servire alle intere comunità, anche nei dintorni dei siti olimpici». Una sfida nella sfida. Non semplice. «Organizzare le Olimpiadi più belle di sempre va bene- ammonisce il presidente del Coni Giovanni Malagò- ma se toppi le Paralimpiadi non hai fatto niente. È la verità, è più complicato e bisogna avere un'attenzione maggiore».
Milano-Cortina sarà proseguimento di quanto fatto a Parigi: «Con lo sport si possono abbattere barriere- ricorda Andrew Parsons, presidente Comitato Paralimpico internazionale- Si può cambiare la mentalità delle persone...»
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