Il Cenacolo aperto fino alle 22, serate indimenticabili in Santa Maria delle Grazie a Milano

Visite serali, diciassette aperture straordinarie al capolavoro dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, gli ultimi appuntamenti martedì 11 e martedì 18 luglio

Il Cenacolo aperto fino alle 22, serate indimenticabili in Santa Maria delle Grazie a Milano

Una iniziativa di grande successo le visite serali al capolavoro di Leonardo da Vinci, il “Cenacolo”, nel Refettorio del Convento domenicano della Chiesa di Santa Maria delle Grazie; gli ultimi due appuntamenti domani, martedì 11 e martedì 18 luglio 2023. Riservato, su prenotazione, a singoli visitatori e piccoli gruppi fino a cinque persone, una opportunità per la città di Milano, nelle ore più fresche di questa torrida estate, di conoscere e ammirare il famosissimo e fragilissimo dipinto murale realizzato dal genio toscano con una innovativa e rivoluzionaria tecnica, come lo è stata tutta la sua ricerca artistica. Il dipinto e la Chiesa sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

Diciassette aperture straordinarie serali che consentono un maggior numero di visitatori, da marzo a luglio 2023, dalle 19 fino alle 22, ultimo ingresso alle 21,45, oltre gli orari consueti di visita, da martedì a domenica, dalle ore 8,15 alle 19; in alcune fasce orarie, alle 19,30 e alle 21 sarà possibile partecipare alle visite guidate del museo in italiano. Nel progetto anche due date al costo simbolico di un euro, quella del Giovedì Santo dedicata all’Ultima Cena raffigurata nel Cenacolo e del Martedì due maggio per ricordare l'anniversario della morte di Leonardo, avvenuta il 2 maggio del 1519, all'età di 67 anni, ad Amboise, in Francia.

L’iniziativa si è attuata grazie alla sponsorizzazione di Verona 83-Giunti-Ad Artem, concessionario dei servizi aggiuntivi del Museo; con la collaborazione di American Express, del Ministero della Cultura e del Museo del Cenacolo Vinciano, direttrice Silvia Zanzani.

Spiega Emanuela Daffra, Direttrice regionale Musei Lombardia: "Questa estensione degli orari consentirà l'ingresso al museo a 420 visitatori per ognuna delle serate: è la tappa di un percorso che punta ad allargare responsabilmente, e non solo in maniera saltuaria, i numeri di accesso ad un museo come quello del Cenacolo, che per necessità conservative impone limiti severi".

Aggiunge Piotr Pogorzelski, Vice President e General Manager, Global Merchant Services Italia di American Express: "Siamo entusiasti di sostenere questa importante iniziativa che ambisce a valorizzare la bellezza e a promuovere un'accessibilità responsabile nei confronti dell'arte". "Con questa prima azione, il concessionario dei servizi aggiuntivi - afferma Gianni Curti, presidente di Verona 83, capogruppo dell'ATI - contribuisce alla valorizzazione del capolavoro leonardesco, rispondendo alle crescenti richieste di visita che arrivano dal pubblico. L'orario serale, oltretutto, facilita la partecipazione dei milanesi e di chi è impegnato in attività lavorative".

Il dipinto, conosciuto in tutto il mondo, è stato realizzato da Leonardo da Vinci tra il 1494 e il 1498, commissionato all’artista da Ludovico il Moro per celebrare gli Sforza nella chiesa mausoleo di famiglia; un periodo di grande potenza e splendore artistico e culturale della città di Milano, governata dai Visconti e dagli Sforza, soprattutto con Ludovico il Moro che si circonda e richiama nella città importanti artisti, musicisti, filosofi e poeti.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie fu fondata nel 1463, di quegli anni rimane la cappella attorno alla quale Bramante costruì una grande chiesa coperta da una cupola imponente. Leonardo, pittore, scultore, architetto, inventore, ingegnere, scrittore, anatomista, matematico, del Rinascimento italiano, per l’opera raffigurante l’Ultima Cena crea uno spazio con illusioni prospettiche; studia la luce, il movimento, le emozioni umane e le loro espressioni, qui rappresentate magistralmente e sperimenta una nuova tecnica, “a secco”, non l’affresco ma la tempera grassa su intonaco asciutto che si deteriorò quasi subito.

Un’opera molto delicata, per la composizione dei materiali utilizzati non adatti alle condizioni ambientali in cui è stata collocata, tanto da aver avuto necessità di numerosi, impegnativi e laboriosi interventi di restauri nei secoli; quello del 1977 è durato ben venti anni, consolidando e trattando le lacune in modo da avvicinarsi il più possibile alla bellezza originaria; nel 2017, grazie a una partnership tra pubblico e privato, si è dotato il sito di un sistema all’avanguardia di filtraggio dell’aria. Unitamente all’afflusso controllato dei visitatori, al controllo e al monitoraggio di tutto lo spazio, ci si propone di preservare e trasmettere il capolavoro alle future generazioni.

Un lavoro molto amata dagli artisti, anche contemporanei, da Andy Warhol, che nel 1986 ha realizzato “60 Last Suppers” nella sua tipica rappresentazione pop in serie, loghi pubblicitari che si sovrappongono alla figura di Cristo e degli Apostoli, una ripetizione dell’Ultima Cena nei colori magenta e nero, tra sacro e profano; dall’ irriverente David Lachapelle, fotografo, che ha

realizzato “Jesus is my homeboy”, uno scatto in cui Gesù ha il collo tatuato e gli Apostoli sono raffigurati come membri di una gang, che sul tavolo hanno appoggiato hamburger e bottiglie di birra; e da molti altri ancora.

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