Asili, ancora 3.201 bimbi senza «nido»

Anno scolastico agli sgoccioli. Calcolando le soste in programma in occasione del ponte del primo maggio, sono poco più di una trentina i giorni effettivi di lezione da qui a sabato 9 giugno, giorno dell’ultima campanella. E ancor più ridotto il numero dei giorni di lezione che il prossimo mese di maggio dovranno rinnovare i consigli comunali, mettendo in tal modo le scuole di chiudere i battenti perché le aule vengono utilizzate per i seggi elettorali. Entriamo comunque in una fase delicatissima, per chi deve concludere il corso in atto, ma anche per chi è impegnato a preparare l’apertura del nuovo anno scolastico.
Ultimi compiti in classe e ultime interrogazioni per tutti, poi gli esami finali, con una importante novità: cancellata la prova al termine della scuola primaria (le ex elementari), soltanto alla fine della terza scuola secondaria di primo grado (le ex medie inferiori) si dovrà affrontare una selezione che da quest’anno prevede delle prove più complesse e più severe. Poi, per gli studenti a caccia del diploma, gli esami di Stato, col ritorno alle commissioni miste, vale a dire con la presenza di commissari esterni, novità che ha già fatto segnare un crollo di candidati privatisti. Intanto, però, sono in gioco le sorti del prossimo anno scolastico, perché sempre in questa fase si definiscono gli organici per assicurare gli insegnanti alle classi. Riprenderà infatti nei prossimi giorni il confronto dei responsabili dell’ufficio scolastico regionale e le organizzazioni sindacali della scuola per arginare le conseguenze dei tagli imposti dalla Finanziaria. Due i casi più complessi: il tempo pieno alle elementari e le classi delle superiori.
Una cosa è certa: le risorse disponibili sono ampiamente al di sotto delle richieste delle scuole.

Se il ministero non concederà altri posti si prospettano delle soluzioni drammatiche: e cioè che si possano negare delle domande di tempo pieno alla scuola primaria, oppure, alle superiori, che i dirigenti scolastici siano costretti a formare classi da 35 allievi e anche ancor più affollate. Uno stato di cose che non salva nemmeno la scuola dell’infanzia: secondo i dati resi noti ieri dalla Cisl scuola in Lombardia ci sono ancora 3201 bambini in lista d’attesa, di cui 1554 solo a Milano e provincia.

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