La cerimonia sceglie la blasfemia. "Gay pride che offende i cristiani"

Divide soprattutto l'"Ultima Cena" in versione "queer": "Oltraggio alla religione". La conferenza episcopale francese: "Derisione e scherno". Salvini: "Squallidi"

La cerimonia sceglie la blasfemia. "Gay pride che offende i cristiani"
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Difficile dire se la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi sia stata più blasfema, volgare o kitsch. Nella capitale francese è andata in scena, più che una celebrazione dello sport come sarebbe dovuto avvenire, una parata Lgbt e woke offensiva verso il cristianesimo, l'identità europea e il buongusto. A finire nel mirino è stata soprattutto l'Ultima cena con le drag queen che ha suscitato proteste e dure reazioni a cominciare dalla Conferenza episcopale di Francia: «Deploriamo in modo molto profondo le scene di derisione e di scherno sul cristianesimo». Mentre per Elon Musk si è trattato di un evento che «è stato estremamente irrispettoso nei confronti dei cristiani». Non si è fatta attendere la polemica politica che ha investito anche l'Italia con il vicepremier Matteo Salvini che ha scritto in un tweet: «Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi». Il co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo Nicola Procaccini ha invece scritto «mi è piaciuta molto la cerimonia del Gay Pride. Sapete quando è prevista quella delle Olimpiadi?».

Anche i leader della destra europea hanno criticato duramente le olimpiadi macroniane con l'olandese Geert Wilders che ha pubblicato una foto in cui mette a confronto L'Ultima cena di Leonardo Da Vinci con la rappresentazione andata in scena a Parigi: «Quindi deridere il cristianesimo va bene, ma quando pubblico alcune vignette su Maometto la sinistra grida alla blasfemia e gli imam radicali emettono fatwah. Doppi standard della peggior specie».

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha invece parlato di una «cerimonia che incarna la debolezza e la disintegrazione dell'Occidente» poiché non sono mancati altri momenti discutibili a partire dalla decisione di aprire la sfilata delle squadre con quella dei rifugiati. A far discutere è stata anche la scelta della cantante franco-maliana Aya Nakamura definita da Marine Le Pen «poco rappresentativa» della Francia.

Il punto, come scrive il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella è che «guardando la cerimonia per l'apertura dei giochi olimpici, chi come me ama la cultura francese non ne ha trovato traccia. Se si voleva che ciascuno si sentisse rappresentato, il risultato è stato l'opposto: tanti, troppi si sono sentiti emarginati e soprattutto non rispettati nelle diverse sensibilità». Il riferimento è ovviamente a milioni di cristiani in tutto il mondo poiché, scrive la rivista inglese The Spectator in un articolo in cui ha definito la cerimonia «la grande débâcle»: «Quello che è emerso è stato soprattutto la schiacciante supremazia di un wokismo di importazione con i classici annessi, transgender, fluidità, multiculturalismo ecc. Si tratta di una cultura profondamente escludente e divisiva, lontana dal senso comune della maggioranza». La stampa conservatrice inglese ha pubblicato dure critiche paragonando la cerimonia di Parigi con quella di Londra 2012 (incredibile come in poco più di dieci anni la situazione in Occidente sia precipitata).

Secondo il capogruppo di Fdi al Senato Lucio Malan «di tutta la lunga storia di Francia, l'inaugurazione macroniana di Parigi 2024 sceglie un solo fatto: la ghigliottina per l'incolpevole regina Maria Antonietta, messa in ridere. Nulla su tutto il resto, da Carlo Magno alle Guerre Mondiali, da Giovanna d'Arco a Napoleone».

La cultura woke vuole non solo cancellare la nostra storia e identità ma riscriverla a proprio piacimento in nome di una presunta inclusività e tolleranza che si trasforma in quel sentimento che Roger Scruton chiamava oikophobia: odio verso noi stessi. L'esempio perfetto di quanto è andato in scena a Parigi.

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