Gli asili costano poco, i rifiuti troppo

Asili nido comunali: a Roma si paga molto meno del resto d’Italia. E nonostante gli imminenti, salati rincari (+16-64%) la retta resterà ancora fra le più basse rispetto alle altre grandi città. Elevati, invece, i costi della raccolta della spazzatura in rapporto alla media nazionale. È quanto emerge dai dati del ministero dello Sviluppo economico. I numeri servono a meglio orientarsi nel dibattito in corso sulla manovra capitolina. Si concluderà entro il 29 luglio la maratona per l’approvazione in consiglio comunale del bilancio 2010. I romani sono chiamati a stringere la cinghia. La manovra ammonta a 237 milioni. Per uscire dall’emergenza sono annunciati tagli ai dirigenti, aumenti delle tariffe (Ici, Ta. Ri., asili). Grava pesantemente il buco degli anni 2004-2007 (12,4 miliardi il debito ereditato). Ma il cittadino romano quanto paga di tasca propria per i servizi rispetto, per esempio, a un napoletano o un milanese? A fornire i dati è il dossier del ministero dello sviluppo economico, giugno 2010, titolo “Costo di cittadinanza nelle città metropolitane nel 2008 e 2009”. Il monitoraggio copre le principali 14 città capoluogo italiane. La famiglia-tipo di riferimento è costituita da due adulti con un figlio di meno di 4 anni, che frequenta l’asilo nido per 11 mesi, che abita in una casa di proprietà di 80 mq in semi-periferia, ha un reddito annuo di 36mila euro, consuma 200 mc di acqua, prende 5 volte il taxi all’anno.
Le voci di spesa considerate non riguardano affitti e spese alimentari. Costi che, sebbene di prima necessità, ogni famiglia affronta nel modo più soggettivo. Ma sono piuttosto i costi inevitabili, quelli “fissi”, senza alternativa, per il solo fatto di vivere e muoversi in una data città: il trasporto pubblico, le rette degli asili comunali, i ticket. Il ministero li suddivide in quattro fasce: servizi pubblici legati alla città (acqua, luce); imposte locali; oneri locali (permessi, Rsa); infine, i costi abituali e più frequenti legati al territorio (bar, officine).
Limitatamente a questi parametri, in Italia il costo della vita nelle grandi città è in media di 3.630 euro all’anno a famiglia. Ma la stangata varia molto da un capoluogo all’altro. Ecco il dettaglio per Roma. Il costo di cittadinanza per gli eredi di Romolo e Remo è in linea col resto del paese, 3.633 euro all’anno. Al netto, senza le imposte locali (addizionale Irpef comunale e regionale), la famiglia-standard spenderebbe invece meno della media: 2.949 euro contro 2.981.
Rispetto al resto d’Italia, la retta più cara per gli asili nido si paga a Firenze (377 euro mensili), la più bassa a Napoli (110 euro). A Roma la quota (stiamo parlando del 2009) è di 173 euro. Si colloca dunque sensibilmente sotto la media nazionale (251 euro). La retta è invariata dal 2007. L’aumento delle tariffe per gli asili nido deciso giorni fa dalla giunta porterà dal prossimo anno a una tariffazione media annua di 182 euro nelle strutture comunali, comunque inferiore rispetto alle altre grandi città italiane: Firenze (377), Torino (347), Milano (249), Bologna (278). Il costo della raccolta rifiuti è invece alle stelle, la capitale è quasi in vetta alla classifica nazionale. Le città più care sono Napoli (331 euro) e Catania (291). Subito dopo, al terzo posto, segue appunto Roma con 276 euro (il prossimo anno la Ta.Ri. salirà dello 0,2%, nonostante il taglio dell’Iva del 10%). La media in Italia è di 221 euro. La raccolta e lo smaltimento rifiuti sono “prevalentemente attività ad alta intensità di capitale, sempre più orientate verso uno sviluppo integrato di tipo industriale”.

La tariffa è legata a un complesso processo di riorganizzazione del ciclo: autosufficienza degli impianti di trattamento; raccolta differenziata; recupero degli imballaggi. Senza il ciclo completo in mano, in parole povere, non si va da nessuna parte.
(1/continua)

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