Gli errori dell'Occidente in Siria mettono a rischio l'Europa

Nuova offensiva del governo siriano contro l'Isis. Il terrorismo in Siria mette a rischio anche la stabilità dell'Europa

Gli errori dell'Occidente in Siria mettono a rischio l'Europa

“Le politiche dell’Occidente si sono dimostrate fallimentari e hanno contribuito all’espansione e alla proliferazione del terrorismo in Siria, portandolo di conseguenza anche in Europa”: questo è il giudizio espresso dal presidente siriano Bashar Al Assad domenica scorsa, nel corso dell’incontro intrattenuto a Damasco con il deputato francese e presidente del partito Cristiano Democratico, Jean-Frédéric Poisson. Il presidente siriano ha attaccato l’Europa e l’Occidente per l’atteggiamento assunto rispetto alla crisi siriana, imputandogli di non aver saputo prestare attenzione alle esigenze della popolazione locale. In più, secondo Assad, l’Occidente avrebbe commesso altri due fondamentali errori riguardo la crisi siriana. In particolare, quello di aver voluto interferire negli affari interni della regione mediorientale e quello di aver sostenuto in questi mesi una posizione “ambigua” nel contrasto al fenomeno del terrorismo di matrice islamica radicale. Durante l’incontro con il deputato francese, Assad ha inoltre messo in guardia i Paesi europei proprio dalla minaccia dell'Isis che, secondo il presidente siriano, non solo sta minando la stabilità regionale di tutto il Medio Oriente, ma rischia di compromettere anche la stessa stabilità regionale europea.

Le dichiarazioni di Assad sono arrivate contestualmente alla massiccia offensiva lanciata dall’esercito siriano contro lo Stato Islamico proprio nei giorni scorsi. Un’operazione di larga scala compiuta su tutto il territorio, durante la quale sono stati eliminati diversi jihadisti e distrutti molti rifugi degli uomini del Califfato in Siria. In particolare, nella notte di sabato scorso, uno dei leader dello Stato Islamico, di nazionalità saudita, sarebbe rimasto ucciso, assieme a tre delle sue guardie del corpo, proprio in seguito ad un bombardamento dell’aviazione siriana sulla città di Al Raqqa, la “capitale” del sedicente Stato jihadista. Obiettivo del raid è stato, infatti, un nascondiglio dove era in corso una riunione tra diversi leader locali. L’uccisione dell’uomo è stata confermata anche dai vari gruppi jihadisti attraverso i social media.

Secondo quanto riportano fonti governative inoltre, diversi miliziani di Al Nusra, il gruppo jihadista legato ad Al Qaeda attivo in Siria, sarebbero stati eliminati dai raid dell’esercito lealista nella cittadina di Tranja e nella provincia di Quneitra, a sud di Damasco. Altri attacchi in cui sono stati colpiti uomini, rifugi e depositi di munizioni dei gruppi jihadisti, sono stati portati a termine dall’esercito lealista la scorsa settimana nei dintorni di Damasco e nella cittadina di Der Ezzor, nell’est del Paese. Nel nord, invece, nelle province di Idleb e Aleppo, l’offensiva dell’esercito siriano ha colpito le postazioni dell’Isis nelle città di Tal Awar, Tal Khattab e Tal Hemka, sventando il tentativo dei miliziani dello Stato Islamico di avanzare sul terreno. E oggi, sempre nell’ambito dell’offensiva governativa contro lo Stato Islamico, le truppe di Assad assieme alle milizie del partito libanese Hezbollah hanno riportato sotto il loro controllo una zona residenziale strategica nella città di Zabadani, nei pressi di Damasco.

Ad Aleppo la situazione invece è più critica. Continuano, infatti, gli attacchi dell’opposizione armata e dei miliziani di Al-Nusra verso il centro della città, controllato dall’esercito di Assad. Dopo il danneggiamento di parte della cittadella antica di Aleppo, patrimonio dell'umanità per l’UNESCO, ieri un lancio di missili nel quartiere di al-Ramosheq, partito presumibilmente dai quartieri periferici controllati dai ribelli, ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altri 7 civili. Le autorità siriane inoltre, hanno fatto sapere che i combattenti dell’Esercito Libero Siriano, affiliati alla cosiddetta brigata “Shohadaa Bader” (la brigata dei martiri di Badr) sono ormai molto attivi nel colpire quasi quotidianamente obiettivi civili nella città. E nella mattinata di ieri altre due autobombe sono esplose in un quartiere di Hasaka, città in parte controllata proprio dagli uomini dello Stato Islamico, mentre nel sud del Paese, la deflagrazione di ulteriori due ordigni ha provocato la morte di 3 persone nella cittadina di Tal Fara. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis.

L’Osservatorio Siriano per i diritti umani, organizzazione vicina all’opposizione al governo con sede a Londra, ha infine denunciato che durante l’offensiva anti-Isis del governo siriano sarebbero state colpite anche numerose vittime civili.

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