Assicurazioni, è culturale la vera sfida di mercato

Investimenti in innovazione a favore della qualità del servizio tra i pilastri del piano varato nel 2014

Ennio Montagnani

Quando si parla di innovazione, nel settore assicurativo, si pensa in primo luogo alle nuove tecnologie, al digitale e al ruolo dei social media per un rapporto più efficace e diretto con un cliente sempre più selettivo ed esigente. Su questo fronte tutte le grandi compagnie italiane stanno investendo risorse rilevanti sia nella loro organizzazione interna sia nelle politiche di marketing, con la consapevolezza che su questo terreno ogni ritardo si paga pesantemente in termini di competitività.

Ma c'è un altro aspetto dell'innovazione del quale si parla meno, ma che ha invece un rilievo decisamente maggiore in una prospettiva di medio-lungo periodo e definisce strategicamente il posizionamento di una compagnia assicurativa sul mercato: è l'investimento culturale finalizzato alla qualità del servizio.

Su questa strada si è incamminata con decisione, a partire dal piano industriale varato nel 2014, il Gruppo Cattolica, che ha accompagnato un grosso investimento sull'innovazione tecnologica (uno dei pilastri del piano) con la nascita di osservatori di studi e ricerche che aiutano la rete agenziale e le direzioni tecniche in una conoscenza più approfondita del mercato, anche in una prospettiva di articolazione dell'offerta per settori e aree sociali e per territori. A questa impostazione corrisponde necessariamente un piano di formazione altrettanto impegnativo. In due ambiti, in particolare, l'iniziativa di Cattolica ha già raggiunto livelli significativi: quello agroalimentare, anche grazie alla partnership strategica con Coldiretti, e in quello degli enti religiosi e del volontariato, nel quale naturalmente Cattolica ha un vantaggio competitivo che le deriva dalla sua storia e dalla sua evoluzione culturale. Ma su altri ambiti (in particolare welfare e previdenza integrativa) si sta procedendo con la stessa metodologia. Si tratta di un cambiamento che sposta l'asse della sfida della competitività in settore in cui sempre di più non è il prodotto a fare la differenza, ma la qualità del servizio e delle soluzioni assicurative non più concepite soltanto per rami. Un esempio concreto degli sviluppi di questa impostazione è la nascita del portale AGR Osservatorio Agroalimentare (www.osservatorioagr.eu) che è stato appena presentato al Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, che come ogni anno, Coldiretti ha tenuto a Cernobbio in collaborazione con lo Studio Ambrosetti.

Il portale, frutto della collaborazione tra Cattolica Assicurazioni e Coldiretti sviluppatasi dopo l'acquisizione di Fata da parte della compagnia che è leader nel settore, offre un'informazione a tutto campo sui temi del comparto agroalimentare, con particolare riferimento all'agricoltura.

Il team di analisi e ricerca, guidato dal professor Felice Adinolfi, dell'Università di Bologna, è composto da studiosi e ricercatori italiani e internazionali. È una piattaforma multimediale ad ampio spettro tematico che si rivolge a target che hanno esigenze informative differenziate: dagli imprenditori agli operatori della filiera, dagli esperti ai docenti e ricercatori universitari.

La parte relativa alla gestione del rischio è invece riservata alle strutture e alla rete del Gruppo Cattolica e alle strutture e alle federazioni di Coldiretti.

«È una piattaforma - hanno sottolineato a Cernobbio Paolo Bedoni, presidente di Cattolica, e Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti - che mettiamo

al servizio di una concezione moderna e innovativa delle professionalità che operano nel settore agricolo e nel comparto agroalimentare». Un esempio di come oggi la sfida di mercato è anche, e forse soprattutto, culturale.

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