Asta e mostra di vetri d'autore della Porro & C. Da Seguso a Scarpa fino a Venini

La più grande asta degli ultimi anni di vetri di Murano e Liberty di tuitto il Novecento, con battuta d'asta dal 6 al 9 maggio a MIlano con pezzi firmati da grandi artisti del vetro. L'esposaizione è aperta al pibblico gratuitamente.

Asta e mostra di vetri d'autore della Porro & C. Da Seguso a Scarpa fino a Venini

Luciana Baldrighi
Façon de Venise si chiamò,a partire dal Cinquecento, il modo elegante di trattare il vetro: opportunamente colorato, estremamente trasparente, i maestri vetrai della Serenissima repubblica veneta, installati sull'isola di Murano, creavano oggetti per la mensa e per il decoro di purissime forme. Si chiamavano Barovier, Toso, Seguso, vere e proprie famiglie artogiane che di generazione in generazione si trasmettevano e tramandavano insegnamenti e tecniche di lavoro. Nonostante il declino della Repubblica marinara per eccellenza, ancora a fine Ottocento quella tradizione restava un must del made in Italy e nei romanzi e nei racconti di d'Annunzio, i poeta-avventuriero che si incarica di traghettare la borghesia del Bel Paese nella società di massa novecentesca è quell'arte a incarnare la continuità da un lato, la modernità dall'altro.
Adesso, la casa d'aste Porro &C presenta nella sua sede milanese di palazzo Durini (via santa Maria Valle 2) l'esposizione, con relativa battuta d'asta, dedicata ai "Vetri di Murano del 900 dalla raccolta di Eva e Bernd Hockmeyer e altre provenienze" (dal sei al nove maggio l'esposizione, il giorno dieci la relativa asta) ed è una gioia per gli occhi e un modo intelligente e non troppo oneroso di investire denaro: le stime di partenza sono infatti ragionevoli, non superando mai la cifra dei 25mila euro.
Curato dall'architetto Franco Deboni, il catalogo è un vero e proprio spaccato del XX secolo "sotto vetro", a partire da un raro vasetto a murrina policroma con motivi floreali disegnato da Ercole Barovier nel 1920(base d'aseta 22/25mila euro). Era l'Italia appena uscita dalla Grande guerra, e i Barovier vi avevano partecipato da par loro, come attesta una cartolina commemorativa delle Vetreria Artisti Barovier a Murano spedita al giovane soldato Barovier Giuseppe, del Genio Telegrafisti allora di stanza nella "zona di guerra" dell'Albania.
Della Seguso Vetri Arte è invece una incantevole coppia di moretti in vetro lievemente iridato e foglia d'oro della fine anni Trenta (stima di battuta 3/4mila), mentre sempre dello stesso periodo è un vaso in vetro di Venini a "bollicine" con piede e bocca in vetro trasparente disegnato da Carlo Scarpa (base d'asta 15/18mila euro). Ancora di Venini è un piatto a forma di foglia in vetro a sottili canne nei toni del marrone e trasparente, su disegno di Tyra Lundgren (base d'asta 4/5mila euro). L'opera compare nelle pagine di "Le tre Venezie" del giugno 1938 dedicate ai vetri di Venini esposti alla Biennale.
Gli anni fra due guerre e poi il secondo dopoguerra vedono infatti la vetreria di Murano farsi sempre più oggetto d'arte e di esposizione grazie all'apporto di architetti e designer di valore. E' su questa base che Eva e Bernd Hockemeyer hanno infatti deciso di costruire la raccolta che in parete andrà all'asta, un concentrato del vetro italiano nel suo virtuosismo e genialità artistica. Si vedano a questo proposito lo straordinario piatto "Murrina del serpente" disegnato da Carlo Scarpa per Venini negli anni quaranta. Le murrine bianche,rosse e nere compongono un'incantevole decorazione, ammirata dal pubblico della Biennale di Venezia e della VII Triennale di Milano dove l'opera fu esposta (base d'asta 5mila euro). Di Fulvio Bianconi, sempre per Venini è invece un monumentale vaso di forma cilindrica a fasce orizzontali blu, verde, rosso e viola (stima 20mila euro), mentre per Seguso si può ammirare il vaso "Valva" in vetro sommerso di colore grigio disegnato da Flavio Poli nel 1954(stima 18mil euro).

Presenti anche alcuni pezzi unici delle vetreria Gino Cenedese, come l'Acquario "Forme sommerse" in vetro trasparente con decorazioni astratte in policromia su disegno di Riccardo Licata (stima 14mila euro) o la serie di pannelli in vetro scavo e decorato di Napoleone Martinuzzi (tutti con base d'asta intorno ai 5mila euro).

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