Atalanta e Lazio il nuovo che avanza senza Palloni d’oro

Serie A con due capolista a sorpresa. Del Neri torna grande in provincia. E Brocchi, appena scaricato dal Milan, domenica lo guarderà dall’alto in basso

Atalanta e Lazio il nuovo che avanza senza Palloni d’oro

Milano - Dici Roma e pensi Spalletti, Totti, De Rossi. No, sbagliato. Meglio leggere: Rossi che fa Delio, Ledesma, Zarate che nessuno conosce, Pandev che sembra sia in Italia da una vita. Insomma correggi e dici Lazio. Dici squadre lombarde e ovviamente pensi Milan-Inter. Macché! Meglio spostarsi 60 km più in là, cadenza di una parlata che non ti scordi mai, il milanese ogni tanto ci ride sopra, ricordi la “polenta e osei” e adesso anche Padoin e Guarente, Cigarini e Doni, Floccari, tutti ideali per il Fantacalcio. Poi c’è Del Neri che non ha proprio la faccia di un simpaticone. Sì, insomma, non ha mai sfondato nel calcio che conta con quella chiacchiera poco patinata ma piena di certezze. Ma quando ci prova in provincia, il mister Del Neri raramente non ci prende.

Eccoci, noi che il calcio... sono Milan, Inter, Juve e magari Roma, siamo qui a far i conti con i sei punti di Lazio e Atalanta, belle e gassate (non solo gasate) in testa alla classifica. Paladine del calcio organizzato, fatto di solidità, concretezza e quel briciolo di fantasia che non storpia mai, stanno dimostrando che il football nostro, da nord a sud, riesce a divertire e divertirsi anche senza palloni d’oro e allenatori da sballo, senza gioielli calcistici d’oro zecchino e nomi che pesano più del pedigree e meno dello stipendio.

Il caso, forse non solo quello, vuole che la classifica un po’ cenerentola della prima giornata si sia sfoltita lasciandoci queste due sorelle a condurre la danza, regalandoci quel modo diverso di vincere e far calcio: l’Atalanta con due gol ha ottenuto sei punti, i bergamaschi sono tipi che vanno al sodo e non amano lo spreco.
La Lazio si è presentata con una coppia da invidia in attacco: Zarate e Pandev, un argentino e un macedone, due mondi che più lontani non si può, cinque reti per lasciare il segno. A Cagliari, l’argentino segnò una doppietta e ieri si è limitato al gol dell’1-0. Pandev ha sempre arrotondato, un gol a partita, l’usato sicuro. Tante volte il calcio è fatto di casualità e, allora, cosa pensare del destino di Christian Brocchi? Fino al 28 agosto si allenava a Milanello, dunque con il Milan. Poi una telefonata ti cambia la vita. Fa le valigie e si trasferisce a Roma. Oggi è in testa alla classifica, ha finito gli esili rossoneri in panchina e domenica si presenterà a San Siro: lui col sorriso sulle labbra, gli ex compagni con l’acqua alla gola.

Che dire? Il calcio ama prendersi gioco dei luoghi comuni. Il Bologna, domenica scorsa, aveva battuto il Milan a San Siro. Perché mai avrebbe dovuto sbiellare contro l’Atalanta? E, fra l’altro, a casa sua. La Sampdoria, la settimana scorsa, aveva tenuto a bada l’Inter con insospettabile facilità, cosa aveva da temere? Non sempre nel nostro calcio vince il più forte. Qualche volta tocca al più furbo, qualche altra a chi sa ingegnarsi. Oggi la classifica rende merito a siffatta categoria e ci dice che non serve spendere miliardate di euro per sentirsi felici e magari divertirsi. Lassù ci sono due squadre gestite con attenzione dal punto di vista economico. Claudio Lotito, il presidente laziale, è un eccentrico ma tanto di cappello ai suoi risultati. L’Atalanta si è affidata a un ventunenne di nobile famiglia calcistica: Alessandro Ruggeri è il presidente più giovane del calcio, a Bologna è andato all’esordio.

Niente male, segno di una buona stella.

Magari domenica prossima saremo a raccontare la riscossa delle solite note. Però quelle due in testa a tutti, sono un soffio di leggerezza nell’atmosfera già pesante di questo campionato. Godiamocele.

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