La Chiarigna è un animale leggendario disposto a tutto pur di arricchirsi.
La Chiarigna è un essere mitologico che, rischiando di finire in penombra dopo le gesta sanremesi, ha deciso di tornare sulle prime pagine dei giornali con un’operazione culturale di alto profilo, capace di oscurare terrificanti guerre che hanno visto neonati con teste mozzate e migliaia di bambini seppelliti dai bombardamenti, facendosi fotografare a gambe aperte con la benemerita pixellata.
La Chiarigna ha così raggiunto un’altra volta il suo unico intento, quello di monetizzare. Alla Chiarigna infatti interessa una sola cosa: fare soldi. Tutto il resto è funzionale: la famiglia, il marito, la malattia, i figli, il femminismo, l’attico, la beneficenza, donare il sangue, schierarsi dalla parte della comunità Lgbtq, etc. etc.
Gli esperti però sono pronti a dimostrare che sotto il pixel non c’è di più. Rischiando di deludere i fan, si può facilmente provare che sotto il pixel ci sono le mutande, perché tra un pixel e un non pixel si passa in un attimo dal successo mediatico alla rovina. Il modus operandi è sempre lo stesso: la Chiarigna mostra i seni, ma solo disegnati sul vestito, l’utero, ma solo se appeso al collo e le mutande, ma solo sfuocate. La Chiarigna è la grande testimonial della “rivoluzione” femminista postmoderna che piace tanto alla gente che piace. D’altra parte gli estremismi non pagano. I soldi si fanno con il vedo non vedo, con il predico ma non credo, con la libertà del pensiero unico.
Tant’è che la grande abilità della Chiarigna è ammantare la cupidigia di “valori”. E il valore dei valori, per la Chiarigna milionaria, è che la donna sia libera in quanto indipendente dal giogo del patriarcato. Questo va di moda, questo lei dice, con questo lei guadagna. Alla Chiarigna poco importa della realtà del 99% delle donne che vive le circostanze della vita a salario minimo con un marito disoccupato.
La Chiarigna dimentica di essere un punto di riferimento per milioni di ragazzine. Ebbene sì, la decadenza culturale permette che una Chiarigna insegni alle donne del futuro ad essere libere. Se non comprende oggi il fardello di tale responsabilità, le sarà più chiaro quando la figlia quattordicenne imiterà a social unificati le gesta della madre. Lo permetterà?
Infine la Chiarigna fa leva sui frustrati che guardano dalla serratura la vita degli altri per poter esistere e che disperano di possedere alcun potere per cambiare il mondo.
Se i giovani non soccomberanno all’analfabetismo culturale indotto dalla mancanza di educazione di cui sono vittime delle famiglie, della scuola e del Festival di Sanremo, prima di spegnere totalmente il cervello, si spera da parte loro, un ultimo moto di dignità nel pigiare quel dannato “non mi piace più”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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