La strada verso il successo è dura, difficile, dolorosa, ricca di ostacoli. Figurarsi per una donna che sogna di fare rock & roll negli anni Settanta-Ottanta, un mondo dominato dagli uomini e dal testosterone. Ma Chrissie Hynde, con i Pretenders, è tra le poche ad avercela fatta con un rock puro, melodico e inebriante. Lei, arrivata dagli Stati Uniti, un'anomalia nell'Inghilterra travolta dall'esplosione del punk. Quindici album, milioni di dischi venduti, hit mondiali: quattro decenni dedicati alla musica senza mai scendere a compromessi.
Una stupenda ragazza yankee
Chrissie Hynde nasce ad Akron, in Ohio, il 7 settembre del 1951, figlia di una segretaria e di un dirigente delle Yellow Pages (il corrispettivo americano delle nostre Pagine gialle, ndr). L'amore con il rock sboccia presto, da adolescente, in un periodo fondamentale per il genere: dai Beatles a Jimi Hendrix, passando per i Led Zeppelin, sono tanti gli artisti a lasciare un segno. Inizia a scrivere canzoni all'età di 14 anni e compra la sua prima chitarra, ma è troppo timida per suonare con gli altri ragazzi e tiene questa sua passione solo per sé. "Il mio sogno era fare musica", racconta Chrissie Hynde dopo l'ingresso nell'Olimpo della musica.
Nel 1973, all'età di 22 anni, decide di lasciare gli Stati Uniti per volare in Europa, a Londra, dove comincia a lavorare come giornalista per la rivista musicale New Musical Express. Un'esperienza importante per la sua formazione: va a tanti concerti e il suo punto di vista "americano" le permette di emergere. Articoli irriverenti, tutt'altro che in punta di fioretto, sprezzanti ma apprezzati. Dopo aver massacrato le band di ogni fattura per un anno, decide però di cambiare nuovamente vita.
Viaggiare per trovare lo stile
Dopo la parentesi da critica, Chrissie Hynde inizia a lavorare come commessa nel negozio di abbigliamento "Sex", gestito da Malcolm McLaren e Vivienne Westwood. Il suo carattere forte la guida verso scelte radicali, con il viaggio come mezzo necessario per trovare il suo stile. Nel 1975 torna in Ohio, precisamente a Cleveland, poi gira tra Stati Uniti, Messico e Francia.
A Parigi, nel 1976, entra in contatto con la band The Frenchies e va a sostituire il cantante. L'esperienza dura poco, decide dunque di tornare a Londra: clandestina, senza una lira, senza una band. "Mi sentivo la regina delle perdenti", ammette. Tante esperienze precarie, durate poco, basti pensare alla collaborazione con i Clash come chitarrista, terminata dopo appena un tour. Chrissie Hynde ha voglia di imporsi, si trova a suo agio in quell'atmosfera selvaggia e libera. Si veste in maniera trasgressiva, indossa l'intimo sopra i pantaloni, utilizza i preservativi come orecchini. Manca solo una grande rock band.
Nascita e boom dei Pretenders
Dopo i flirt con i Damned e i Moors Murderers, Chrissie Hynde nel 1978 conosce Pete Farndon: insieme a lui forma i Pretenders, di cui fanno parte anche James Honeyman-Scott e Martin Chambers. La neonata rock band registra una demo e produce il 45 giri Stop your sobbing / The wait, prodotti in netta controtendenza rispetto ai canoni del punk.
Tre musicisti pieni di talento e una frontwoman eccellente: i Pretenders tracciano un solco per la loro unicità. E Chrissie Hynde è ammaliante: la sua voce pazzesca, la sua chitarra, la sua impertinenza, il suo aspetto da dura, un mix che affascina e conquista il pubblico inglese. L'album di debutto del 1980 è un successo, così come il singolo reggae-rock Brass in Pocket.
L'X factor dei The Pretenders è l'originalità: mescolano stili e generi, restituendo qualcosa di fresco e di nuovo. Dal rock puro alle ballate, c'è tutto. E Chrissie Hynde è la superstar, con la sua personalità spavalda e temeraria. Con il secondo album - Pretenders II - arriva il boom negli Stati Uniti, dove diventa la ribelle preferita dalle giovani. Durante una tournèe negli States, la frontwoman inizia a frequentare Ray Davies, cantante dei Kinks, una relazione che avrà conseguenze a dir poco nefaste sulla band.
La doppia tragedia
Il 1982-1983 è un biennio tragico per i Pretenders. L'armonia all'interno della band viene meno, il sound scade nei cliché del rock e tutti sembrano infelici. Ostaggio della droga, Pete Farndon viene cacciato. Due giorni dopo, però, una sciagura ben peggiore: il 16 giugno 1982 James Honeyman-Scott viene trovato morto per collasso da stupefacenti. Una perdita enorme, seguita meno di un anno dopo da quella di Pete, ucciso dall'eroina.
Un dolore enorme per Chrissie Hynde, che decide però di andare avanti: resta in contatto con Martin e riesuma il marchio Pretenders con il chitarrista Robbie McIntosh e il bassista Malcolm Foster. L'esordio della "nuova" band è eccellente: il disco Learning To Crawl è tra i migliori dell'intera discografia. Tra i vari brani, menzione necessaria per Back on the Chain Gang e Middle of the Road.
La famiglia e il ritorno
Dal 1985 inizia il declino dei Pretenders, Chrissie Hynde decide di dedicarsi alle sue figlie Natalia Rae e Yasmin, nate rispettivamente dalle relazioni con Ray Davies e Jim Kerr. Non mancano le collaborazioni degne di nota - dagli U2 a Bob Dylan - così come le colonne sonore per il cinema. Anni di alti e bassi, fino al 1994, quello del ritorno: band rinnovata, come ricominciare dall'inizio. I Pretenders suonano con i Rolling Stones al Madison Square Garden, in Europa e in tutta l'America. Un gruppo ancora anticonformista, fatto di nomadi che vagano per divertirsi.
Con il passare degli anni Chrissie Hynde si divide tra la musica e l'attivismo.
A canzoni e album di spessore, affianca il suo impegno per i ditti degli animali. Espone il faccione in più di un'occasione per la Peta, collezionando arresti e denunce. Nella vita come nel rock: senza compromessi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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