Un vile gesto è stato compiuto da ignoti in coincidenza con l’anniversario della cosiddetta “Notte dei cristalli”. La scritta antisemita contro gli ebrei, apparsa nella notte sulla facciata della sinagoga di Trieste, nel centro città, è datata 9 novembre, lo stesso giorno in cui, nel 1938, i nazisti scatenarono in Germania e nei territori annessi negli anni precedenti una serie di sommosse popolari verso le minoranze religiose ebree. Quella notte, le case, le sinagoghe e i negozi di proprietà degli ebrei furono saccheggiati e distrutti, lasciando le strade tappezzate di frammenti di vetro: da qui il nome “Notte dei cristalli”.
Ieri, alcuni balordi, hanno tracciato con la vernice nera una frase discriminatoria sui muri della sinagoga friulana.“Gli ebrei sono i nuovi razzisti e fascisti”, c’è scritto sulla facciata del luogo sacro, in dispregio di un popolo intero. Gli agenti della Digos, coordinati dalla questura, hanno avviato un’indagine sull’increscioso episodio, con il supporto delle immagini dalla videosorveglianza della zona, per risalire agli autori del deprecabile gesto. La vicenda ha avuto eco anche sui social media e ha suscitato immediate reazioni politiche.
“Sono vicina alla comunità ebraica di Trieste – ha dichiarato il sottosegretario all'Economia Sandra Savino – e mi auguro che vengano rapidamente identificati i responsabili di un gesto che considero inqualificabile. Sono azioni che non possono restare impunite”. Sulla stessa lunghezza d’onda è il presidente di Italia Viva Ettore Rosato che ha affermato: “Delinquenti al lavoro sulla Sinagoga di Trieste. Ignoranti, da punire severamente”.
La vicenda è stata commentata anche dal presidente della comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonichio. “Il materiale ripreso dalle nostre videocamere – ha detto a Sky Tg24 – è già a disposizione della Digos.
Auspico, come è già successo in altre occasioni, che il responsabile venga individuato presto. Non ho elementi che possano indirizzare il colpevole a una specifica provenienza o impostazione politica, aspettiamo i risultati dell’indagine. Come comunità siamo scossi e arrabbiati”.
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