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Eredità, le famiglie vadano a lezione da Silvio Berlusconi

Il Cavaliere ha pensato a tutto senza lasciare scorie, cause aperte o liti sguaiate tra i suoi parenti. Diverso destino per Agnelli e Del Vecchio passando da Caprotti e De Benedetti, fino a Marzotto, Merloni, Campari e Benetton

Eredità, le famiglie vadano a lezione da Silvio Berlusconi
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Belle fotografie di famiglia, davanti al caminetto acceso e all’albero di natale illuminato, sorrisi e ricchi doni. Poi, muore il padre o la “rezdora” e le fiamme del focolare si trasferiscono all’interno del gruppo, scoppia il litigio per l’eredità, denari, proprietà immobiliari, opere d’arte, gioielli, preziosi di ogni tipo. Fine della pace, fotografie strappate, blocchi di carte bollate, avvocati, tribunali, ricatti,ritorsioni. Litigano i vip dello spettacolo, per pandori, orologi e indennità mensili, litigano i parenti degli artisti più famosi, Delon e Belmondo, soprattutto litigano gli eredi delle grandi aziende.
Gli Agnelli si trascinano in mercantili battaglie legali tra Svizzera e Italia, madre contro i figli, gli otto eredi di Del Vecchio non trovano l’accordo sulla successione, si gioca come in Borsa sulle percentuali, in casa Caprotti uguale aria grigiastra e fumosa, già accaduto con i De Benedetti, nessun rapporto, anzi acidità continue, a seguire i Marzotto e i Merloni, i Campari e i Benetton, addirittura i Porsche e gli Hermès.
Là dove ci sono le pepite ecco che i minatori entrano in scena, infischiandosene di araldica e rispetto della tradizione, si sporcano la faccia ma non di carbone, la storia non c’entra, conta la cronaca, dunque i soldi e tutto il resto.
Poi scopri che Silvio Berlusconi, quello indicato dal mainstream, come il diavolo del Paese, non ha lasciato scorie, cause aperte o liti sguaiate tra i suoi parenti, ogni dettaglio era stato definito, ogni particolare messo per iscritto, le soli voci contrarie appartengono al passato, alle ex consorti non certamente litigiose per le proprietà ma per i comportamenti del cavaliere, invece stranamente silenziose su altro più prosaico, nessun famigliare, figlio, figlia o nipoti è entrato in contenzioso per il lascito, una eccezione, una esclusiva passata sotto traccia.


Non c’era soltanto la fotografia a fianco del caminetto o dell’albero di natale, c’era un rapporto forte, stretto con i parenti e gli affini, le famose ultime volontà già chiare da tempo e così da tutti accettate. Il resto, attorno, è un teatro miserabile. “Chi è erede per nascita è più sicuro di chi lo è per testamento” (Publilio Siro, romano, drammaturgo, I secolo a.C.)

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