- Versione domenicale stile monografico, quasi interamente dedicato all'unico vero evento significativo della giornata: l'intervento di Giorgia Meloni dal palco di Atreju.
- Atreju è la nuova Festa dell’Unità, ed è giusto che sia così. Perché Fratelli d’Italia è il primo partito, perché la sua leader ricopre il ruolo di premier, perché piano piano quel mondo sta cercando di occupare legittimamente i gangli vitali del Paese. Si capisce, dunque, se Elly Schlein spara ad alzo zero contro quello che sembra essere stato l'evento che consacra il (fu) “piccolo” partito di destra a polo attrattivo dei conservatori. In Italia ma anche in Europa. Basti vedere la presenza di Edi Rama, Rushi Sunak ed Elon Musk.
- Meloni attacca Chiara Ferragni e, senza citarla, la prende per i fondelli vista la multa da un milione di euro per il caso dei pandori Balocco. In sintesi: cari giovani, il nostro modello non è chi pubblicizza brand e fa finta beneficenza, ma chi l’eccellenza la produce. Applausi in sala. Bene. Forse qualcuno non ricorda il pregresso, ma questa di Meloni sembra essere una vendetta bella e buona, servita fredda più di un anno dopo lo “sgarbo” subito dalla influencer. Ricordate? A pochi mesi dal voto, Ferragni accusò FdI e le Marche di aver reso impossibile l’aborto (grossa fake, peraltro) e poche settimane prima dell’apertura delle urne condivise un post sul rischio “carneficina” in caso di elezione del “governo più a destra” della storia della Repubblica. Ci sono voluti 14 mesi, ma alla fine Giorgia s’è tolta il sassolino dalla scarpa.
- Fa sganasciare dal ridere Fedez che si mette a difendere la moglie e per farlo sembra voler sottostare alle regole anti-patriarcato. Poco prima di prendersela con Meloni, infatti, il rapper afferma: “Mia moglie è una donna indipendente e non voglio sovradeterminare nessuno” (sovradeterminare, capite?). Federì, dì quello che devi dire e basta. Che tu ti metta a difendere tua moglie è una cosa carina, non devi aver paura di "sovradeterminare" nessuno. Spero almeno lei ti abbia ringraziato.
- Dal palco di Atreju, Meloni ha fatto bene a scacciare l’ipotesi Matteo Renzi. Dagli errori degli altri si impara. Il premier fa sapere che il 2024 sarà l’anno delle riforme e che FdI proverà a convincere gli italiani. Qualora si dovesse arrivare al referendum, non sarà un “dentro o fuori” come avvenne per l’ex segretario del Pd: quel voto “non è su di me” ed è “nelle mani degli italiani”. Se il governo dovesse perdere, sarà un peccato ma non un terremoto politico. È come se Meloni dicesse: “Non farò la fine di Renzi”.
- Fedez comunque ha ragione. Una cosa sono le raccolte fondi che lui ha fatto per le maestranze dello spettacolo o per costruire la terapia intensiva in Lombardia durante il Covid. Altra cosa è quella comunicazione decisamente pasticciata, se non farlocca, che ha spacciato per beneficenza un pandoro che beneficenza non era. Lui non c'entra ed è giusto che difenda il suo operato. Però stavolta Chiara sembra averla fatta fuori dal vasino e il marito non può non attendersi una valangata di critiche.
- Per
difendere Piercamillo Davigo, Marco Travaglio è disposto a tutto. Anche ad ammettere che pm e giudici, quando indagano o condannano, possono pure sbagliare. Ovviamente il discorso vale solo per gli amici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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