"Nuda per sei ore al freddo tra le spine…". Parla la donna stuprata dal maghrebino

Picchiata e violentata da un conoscente straniero da cui aveva accettato un passaggio: lo sfogo della vittima dello stupro di Priverno

"Nuda per sei ore al freddo tra le spine…". Parla la donna stuprata dal maghrebino
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Ennesimo episodio di violenza sessuale che vede sul banco degli accusati un cittadino straniero. I fatti si sono svolti a Priverno, in provincia di Latina, lo scorso 1 novembre e l'uomo, che però rifiuta l'accusa e riferisce di aver avuto con la donna un rapporto consenziente. Diversa è la versione della donna, che tramite un post Facebook carico di rabbia ha messo nero su bianco tutto il suo disappunto, non solo per lo stupro ma anche per i commenti dell'opinione pubblica, non clemente con la donna.

"Era un conoscente. Avevo fretta di tornare da mia figlia. Ho accettato il passaggio. E ho sbagliato. Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò?", scrive la donna nel suo post su Facebook, dove racconta le lunghe ore trascorse al freddo tra la paura e le angherie del suo stupratore maghrebino. "I suoi urli, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa… Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda sei ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore", ha proseguito la vittima.

Da ogni parola di questo racconto trasudano il terrore e la violenza di quelle ore, in cui ha prevalso il suo spirito di sopravvivenza. "Quando non mi ha più cercata, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo choc, pur di trovare un'uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando al buio pesto. Sapete perché? Per tornare da mia figlia! La mia unica ragione di vita", ha detto ancora la vittima. La disperazione è l'elemento che emerge con più forza dalle sue parole.

Il pensiero di essere lontana da sua figlia ha lacerato la donna per tutto quel tempo ed è stato questo il suo dolore più grande. "Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia.

Non sono io che mi devi vergognare! Ma quell’essere, che credeva che avrebbe schiacciato una donna", ha detto la vittima nel suo lungo sfogo social. Lo choc di quella notte è stato forte per la donna, che però dimostra resilienza nella sua reazione.

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