La pericolosa frase di Murgia, povero Calenda e le nutrie: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le nutrie e i fiumi esondati, gli stadi di Gianni Infantino e il ponte Morandi

La pericolosa frase di Murgia, povero Calenda e le nutrie: quindi, oggi...

- Alluvione, Repubblica titola: “Miliardi mai spesi e scaricabarile: i piani anti-dissesto falliti in dodici anni". Ovviamente il tutto corredato con una foto di Giorgia Meloni, che negli ultimi 12 anni di governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi, è sempre stata all’opposizione. Non proprio correttissimo.

- Stanziati 100 milioni per le zone alluvionate della Romagna. Eppure c’è chi sottolinea, quasi fosse un peccato, che i fondi non arrivano dal Pnrr. Ora: 100 milioni sono 100 milioni. Che vi frega da quale parte provengono?

- Hanno più volte annunciato la conquista di Bakhmut che la partenza del treno Roma-Milano.

- A Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, un tizio ha lasciato un sacchetto di cocaina nello zaino del nipote e le maestre di scuola hanno trovato lui e gli amichetti a giocare con la polvere bianca. Notizie così ci rassicurano: qualsiasi cretinata ognuno di noi possa fare, c’è sicuramente qualcuno in grado di fare di peggio.

- Anche a Rimini se ne vanno un po’ di esponenti di Azione. E oggi Renzi spiega per filo e per segno il motivo per cui Carletto non riuscirà mai a sfondare davvero come capopopolo: “Calenda ho l'impressione che sia stato un ottimo viceministro e che sarebbe stato un ottimo sindaco ma che forse la leadership di un partito non sia il lavoro più adatto alle sue caratteristiche". Poveretto: colpito e affondato.

- Ponte Morandi, choc in aula. L'ex ad di Edizione Mion: "Ho saputo nel 2010 che era a rischio crollo, ma non dissi nulla". Temeva di perdere il lavoro. C'è da chiedersi, piuttosto, come faccia oggi a sopravvivere con la coscienza.

- Oggi va letta e riletta l’intervista di Nicola Ventola, ex calciatore. Gli chiedono come è la sua giornata milanese e lui risponde così: "Mi sveglio alle 9.30-10 e mi divido fra social e attività legate agli sponsor. Intorno all'una c'è l'appuntamento all'Osteria del Corso: ci sono Bobo e Lele, a volte Alessandro Matri, Cristian Brocchi e altri amici. Adoro i tortellini panna e prosciutto e la classica cotoletta, anche se devo fare poi i conti col mio personal trainer”. E il pomeriggio? "C'è sempre qualcosa da fare, mi divido tra mio figlio e il padel”. La vita perfetta esiste. E Ventola la sta vivendo per tutti noi.

- Totò Cuffaro cita Martin Luther King e scivola sull’inglese. Invece di “I have a dream” dice “I am a drink”. Succede, è un lapsus. Ma diciamolo: è il lapsus più divertente degli ultimi secoli.

- A sinistra sono convinti che la cultura in Italia sia pluralista. Assicurano gli intellettuali: è sempre garantito il diritto di tribuna a tutti. Ma Corrado Ocone giustamente scrive: “Il pluralismo c’è già? Messa così, anche il fascismo storico era pluralista: c’era quello sociale e corporativista di Rocco, quello liberista di De Stefani, quello risorgimentalista di Gentile, quello squadristico di Bombacci e Farinacci, quello istituzionale di Bottai…. Non è certo questo il pluralismo a cui tendono però i democratici e i liberali, non certo quello che dà rappresentanza a tutti i mille colori della sinistra ma mette il bavaglio alla destra”. Difficile raccontarlo meglio di così.

- Ascoltate il sindaco di Ravenna e capirete perché, tra le altre cose, l’alluvione in Romagna ha fatto il casino che ha fatto. Gli argini dei fiumi non sono stati puliti a dovere perché altrimenti si rischiava di disturbare le nutrie nelle loro tane. Le nutrie. Capite che quando il rispetto dell’ambiente e degli animali diventa una sorta di religione, vale per le nutrie così come per l’orso che ha ucciso un runner in Trentino, allora ci troviamo di fronte ad una ideologia pericolosa. Che non tiene debitamente conto dell’importanza della vita dell’uomo.

- Murgia ha fatto una affermazione molto pericolosa. Ma che spiega bene il concetto di democrazia che alberga dalle parti degli intellettuali della “nuova” sinistra in stile Saviano e Elly Schlein. Si parlava della contestazione contro Eugenia Roccella al Salone del Libro. State a sentire: “Nicola Lagioia ha ribadito che in democrazia se non c’è violenza si può fare contestazione. Anche dicendo all’altro: quello che tu hai fatto e che è scritto e teorizzato in questo libro ha reso la mia vita peggiore, quindi io qui non ti lascio parlare: non ne hai il diritto perché tutti abbiamo perso qualcosa”. In sostanza, Murgia sta teorizzando il diritto alla censura. Se io domani ritenessi che la scrittrice con le sue teorie queer mi sta rendendo “la vita peggiore”, sarei legittimato a “non lasciarla parlare”. Di più: lei non avrebbe “diritto di parola” perché intacca un mio convincimento. Lo capite anche voi che stiamo prendendo una deriva pericolosa, vero? Quella deriva per cui alcuni (in questo caso manifestanti e intellighenzia di sinistra) decidono chi ha il privilegio di esprimere in pubblico le proprie idee. Roccella non può perché è contraria all'utero in affitto, necessario alla famiglia queer della Murgia. Oggi Roccella, domani chissà. Non c’è nulla di meno democratico.

- Per una volta concordo con Gianni Infantino: ”Gli stadi vanno sicuramente ammodernati, dappertutto le autorità, e anche investitori privati, si rendono conto dell'importanza di uno stadio che non è più solo un posto dove si gioca a calcio, ma un simbolo di modernità. Mi sembra un pò strano che in Italia si debba aspettare l'edizione di un torneo per rimodernarli, andrebbe fatto a prescindere dagli Europei perché l'Italia, un Paese del G7, deve essere leader anche da questo punto di vista”. L’Italia si svegli e autorizzi questi benedetti stadi di calcio che portano investimenti, lavoro e benessere. Non è possibile che siamo ancora qui a chiederci se abbattere o meno San Siro.

- "Antifascismo è anticapitalismo".

Sta scritto sugli scarponi di uno di quei manifestanti che, in assenza di meglio da fare nella vita, sono andati a contestare Gennaro Sangiuliano alla Federico II di Napoli. Finalmente una confessione: non sono “antifascisti”, sono comunisti. Solo che non vogliono ammetterlo.

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