- Che meraviglia, Quentin Tarantino: “Uno dei motivi per cui non ho una pistola è che se avessi una pistola e un ragazzino di dodici anni entrasse in questa casa, lo ucciderei”. E ancora: “Non ha il diritto (il ragazzo, ndr) di entrare in casa mia. Devo presumere il peggio. Non lo bloccherei fino all’arrivo degli agenti, non sparerei per ferirlo. Scaricherei la pistola fino a quando non muore”. Severo, ma giusto.
- Come scrivevamo ieri, quello che deve davvero preoccuparsi in questo momento è Giuseppe Conte. Il quale ha voluto l’alleanza col Pd, ha provato a scalzare Elly Schlein dalla leadership e ha finito col racimolare il “poco-per-cento” nelle ultime elezioni regionali, dove il centrosinistra avrebbe potuto fare a meno del M5S e avrebbe vinto lo stesso. I suoi detrattori non stanno nella pelle. Grillo. Toninelli. Raggi. Ma anche Appendino. Il punto di rottura potrebbe essere il voto di questo fine settimana sulla costituente grillina: se gli elettori bocceranno l’asse coi dem, di cui Conte è sponsor, senza dubbio dovrà “trarne le conseguenze”. Le dimissioni sono sul tavolo. Preparate i popcorn.
- Dice Giuseppi: “Queste vittorie (Umbria ed Emilia, ndr) sono anche nostre, abbiamo sostenuto convintamente i neopresidenti e in Umbria il nostro contributo è stato decisivo per battere la destra”. Ehm, numeri alla mano, caro Giuseppi, non è esattamente così. Il discorso vale forse nel voto di lista, ma non in quello - decisamente più importante - del candidato presidente. Proietti avrebbe vinto anche senza grillini.
- Secondo il Messaggero, il Pd starebbe pensando di recuperare al centro i voti che il M5S ormai non è in grado di portare alla coalizione. Insomma: bisogna imbarcare Renzi senza far sembrare di allearsi con lui, altrimenti Fratoianni e Bonelli si incavolano. E a chi avrebbero pensato questi geni per allargare la sinistra al centro? Ernesto Maria Ruffini, conosciuto si e no da 10 elettori in tutta Italia, con lo stesso standing di Mario Monti (e pari enfasi politica), che peraltro è pure direttore dell’Agenzia delle Entrate, cioè l’ente più odioato dagli italiani. Non pare proprio un’idea geniale, per quanto sia “conosciutissimo nei palazzi che contano”.
- Ah, sorvoliamo poi sul fatto che questo governo (alla faccia dell’amichettismo di destra) sia riuscito a riconfermare Ruffini al Fisco pur avendolo osteggiato per anni (ricordo invettive della Meloni contro di lui che farebbero impallidire un morto) e pur essendo palesemente di sinistra. Tanto che qualcuno pensa addirittura di renderlo leader politico del nuovo centro che guarda al Pd. Bel colpo.
- Anche il Foglio esce con un libro sul “fascismo spiegato ai nostri figli”. Ok, va bene. Ma che barba. Non sarà il caso di chiudere quella pagina di storia?
- Toninelli propone di invalidare tutte le elezioni in cui non si raggiunge “il quorum” del 50%+1 degli aventi diritto andato al voto. A parte che in Umbria, pure con questa regola, il Pd avrebbe vinto lo stesso essendo stata l’affluenza al 52,30%. Ma poi: io capisco che sia un problema per la democrazia l’astensione così alta, ma non ho capito perché se milioni di italiani se ne sbattono di andare a votare io che invece faccio lo sforzo dovrei essere penalizzato per questo. Te ne freghi di votare? Fatti tuoi. Poi non lamentarti se le cose non vanno come speravi.
- Va bene parlare della sconfitta del centrodestra in Emilia Romagna e Umbria. Però occorre far notare che la prima regione è sempre stata di sinistra senza soluzione di continuità dalla nascita della Repubblica; e la seconda ha avuto un solo cambio di colore, un po’ per caso un po’ per scandali giudiziari. Insomma: parliamo di due fortini in cui la notizia sarebbe stata se a prevalere fosse stato il centrodestra. Anche perché a conti fatti al momento Meloni&co governano 14 regioni, mentre Schlein&co solo 6. Non mi pare che ci sia da esultare granché.
- State a sentire cosa dice il rappresentante dei medici che oggi sono scesi in piazza: “Ai partiti che ci hanno chiesto di venire in piazza abbiamo detto di no. È una manifestazione autonoma e nessuno è esente da colpe per quello che succede al settore pubblico”. Claro, Elly?
- Un preside permette l’accesso al cortile scolastico solo agli scooter delle studentesse donne, mentre i maschietti devono parcheggiare fuori e fare un tratto dii strada a piedi. Gli uomini parlano di “discriminazione”, il professore ribatte che si tratta di una questione di “sicurezza” per le ragazze.
- Gli Stati Uniti, tanto per dire la bontà di Joe Biden e dei democratici, hanno autorizzato l’Ucraina ad utilizzare le mine anti-uomo, armi tra le più micidiali e bastarde che sarebbero vietate dalla Convenzione di Ottawa. Ricordatevelo, quando parleranno di Trump come di un puzzone.
- Manco morire da Papa avrà più i suoi vantaggi. Bergoglio ha deciso di snellire le esequie dei successori di Pietro. Addio anche alle tre bare di cipresso, piombo e rovere. Che tristezza: non dico di reintrodurre il Triregno, ma un minimo di regalità per il Santo Padre manteniamola, suvvia.
- Dove si firma? Ha ragione Carlo Calenda: basta con elezioni ogni tre mesi, che peraltro danno un fastidio infinito all’azione di governo e Parlamento, più concentrati a vincere questa o quella amministrativa anziché a fare il loro mestiere. Che si istituisca un election day in un unico giorno all’anno e tanti saluti. È un modo per ridurre l’astensione e può funzionare.
- Ford taglia 4mila posti di lavoro in tutta Europa. Tante grazie all’auto elettrica. Ps: su questa rubrica lo dicevamo in tempi non sospetti che buttarsi sulle batterie senza know how né infrastrutture sarebbe stato un suicidio per noi e per il settore industriale. Avevamo ragione.
- Carlos Tavares torna a parlare di auto elettriche. “Se non sosteniamo il consumatore - spiega - questo nona acquisterà i veicoli elettrici se non al prezzo di quelli termici, il che significa che dobbiamo assorbire il 40% dei costi aggiuntivi per poterli vendere”. Domanda: ma perché, allora, quel 40% dovrei assorbirlo io come contribuente? Per l’ambiente? Per distruggere la filiera dell’auto europea? Per ridurre l’inquinamento di una cifra infinitesimale mentre India, Cina e tanti altri continuano a bruciare carbone come se non ci fosse un domani?
- Beko annuncia licenziamenti in Italia e giustamente sia il governo che i sindacati alzano barricate. Lo capisco. Ma se un’azienda per 12 anni manda i dipendenti in cassa integrazione, allora c’è qualcosa che non va. Se vogliamo spingere le aziende a restare qui, non basta applicare la Golden power. Bisogna attrarre investimenti riducendo il costo del lavoro. E per ridurre il costo del lavoro bisogna abbassare le tasse. E per abbassare le tasse è necessario spendere di meno in idiozie, rigagnoli e welfare. Invece ad ogni Finanziaria c’è chi chiede fondi a destra e a manca, senza capire che la mammella statale non produce latte da solo e che quando le aziende non hanno più vantaggi a tenere qui le fabbriche, le spostano altrove.
E niente, oggi la grande stampa ci spiega che Ratzinger era progressista. Il tutto dopo averlo criticato, accusato e devastato mediaticamente. Fate un po’ pena. Tutto era, Benedetto XVI, tranne che progressista nel senso che intendete voi: difendeva i valori non negoziabili, la Tradizione, il Magistero. Aveva chiuso porte che avreste voluto spalancate e infatti non glielo avete mai perdonato.
Gualtieri monta una specie di robot sulle auto dei vigili urbani per fare le multe da remoto e sanzionare chi è senza assicurazione o parcheggia in doppia fila. Strumento fighissimo, sia chiaro. Ma siamo sicuri che sia una mossa di marketing intelligente mettere la faccia su un sistema che diventerà il peggior nemico di tutti i romani?
Salvini torna alla carica sul terzo mandato. E lo fa un po’ perché liberare Zaia dal Veneto potrebbe renderlo “pericoloso” in ottica interna. E un po’ perché l’unica possibilità che ha la Lega di tenersi un governatore suo, anziché cedere il posto ad uno di FdI, è quello di ricandidare l’imbattibile Zaia. Di fronte ad una candidatura del Doge del Veneto, neppure Meloni - alla fine - potrebbe dire di no.
Hanno sputato addosso ai poliziotti. Li hanno insultati, spintonati e colpiti per cercare di forzare il cordone di polizia schierato a difesa di una piazza. Vi ricordate queste immagini? Vi ricordate gli scontri di Pisa, le manganellate agli studenti, le polemiche politiche e il discutibile intervento del presidente Sergio Mattarella?
Ecco. Oggi, nove mesi dopo i fatti, la procura di Pisa, in collaborazione con lo Sio e la Digos, ha pizzicato 13 di quei “bravi ragazzi” che erano scesi in piazza contro la guerra a Gaza. I giornali ancora oggi la chiamano “manifestazione spontanea”, e invece si è trattato di un corteo “non preavvisato”, quindi tecnicamente irregolare, sfociato in scontri di piazza perché - come spesso accade - i manifestanti pretendono di andare pure lì dove è loro precluso dalle disposizioni di polizia. Le indagini hanno individuato 5 manifestanti ritenuto colpevoli di aver organizzato la manifestazione senza preavvisare la Questura, di aver negati indicazioni sulle modalità di svolgimento e di aver rifiutato di seguire le disposizioni di pubblica sicurezza. Gli stessi cinque, insieme ad altri otto, sono anche indagati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Erano così bravi ragazzi che stando ai video setacciati dalla Digos avrebbero sputato, aggredito e insultato i poliziotti. Ora, sia chiaro: non stiamo assumendo per partito preso che gli agenti siano sempre innocenti e i manifestanti dei birbanti. Anche 10 poliziotti sono indagati per questi stessi fatti. E oggi a Trapani 11 agenti della penitenziaria sono stati arrestati con l’accusa di torture in carcere: per tutti vale il principio di innocenza, fino a prova contraria. Il punto è che non serviva chissà quale indagine per condannare quanto successo a Pisa. Intanto perché non si capisce per quale motivo dovremmo fornire lo sfollagente ai poliziotti se poi impediamo loro di utilizzarlo quando necessario. E poi perché il modo migliore che avevano quei ragazzi per evitare di essere “caricati” dalla polizia era quello di seguire l’ordine impartito e non cercare di approdare nella piazza Dei Cavalieri che, a torto o a ragione, era stata loro preclusa.
Non resta dunque che domandarsi: se, come disse Mattarella, “i manganelli sui ragazzi esprimono sempre un fallimento”, non sarà il caso di spiegare che anche sputacchiare bava su una divisa non è esattamente un comportamento da bravo ragazzo?Quindi alla fine hanno trovato l’accordo su Fitto, come era normale che fosse. Repubblica deve riscrivere tutti i pezzi degli ultimi 10 giorni.
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