La violenza (rossa) di cui nessuno parla, l'illusione Campo Largo e Salis: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le elezioni in Umbria ed Emilia Romagna, i missili all'Ucraina e "Gino" Arzaj

La violenza (rossa) di cui nessuno parla, l'illusione Campo Largo e Salis: quindi, oggi...

- Dan Peterson sull’Nba: “Sono bravi a vendere niente”. Meraviglia.

- A Novara c’è una barista che ancora fa cappuccini alla veneranda età di 100 anni. Vorrei avere la metà della passione che ha lei per il suo lavoro.

- L’Ucraina ha già mollato Joe Biden, che pure gli ha appena concesso di lanciare missili a lungo raggio in territorio russo. Dice Podolyak, vera mente grigia del governo di Kiev: “Con Trump ci sono meno discussioni e più leadership”. Ciao ciao, Sleepy Joe.

- C’è però un discorso da non sottovalutare, affermato sempre da Podolyak: “La Russia va respinta con la forza, non può essere convinta con la ragione”. Tradotto: no ai negoziati, si alla guerra infinita. Scrivo “infinita” perché è illogico immaginare che la piccola Ucraina possa “respingere” con la forza la grande Russia. Le opzioni sono due, se è questa la strategia: o Usa e Ue entrano davvero in campo, scatenando un conflitto globale che nessuno vuole (men che meno per far contento Zelensky); oppure il conflitto viene congelato un po’ come in Medio Oriente. Il che sarebbe uno stillicidio infinito: magari oggi arriva il cessate il fuoco, ma prima o poi le situazioni irrisolte tornano al pettine. E la guerra ricomincerà. Proprio come in Palestina.

- Terzo punto da tenere in conto. Qual è l’uso che vuole fare l’Ucraina dei missili a lungo raggio? Colpire le basi da cui la Russia lancia gli attacchi missilistici e aerei potrebbe apparire logico. Ma Podolyak fa un passo in più. Spiega che l’obiettivo è “destabilizzare la loro società interna, fomentare scioperi e malcontento”. Il che è molto diverso. E decisamente più pericoloso. Perché se Putin si sente minacciato, non è scontato che reagisca con senza provocare l’escalation.

- "Cara Margaret, noi non ti vediamo. Ma tu, spero, possa vederci”. Lo ha detto don Maurizio Pizzo durante l'omelia per i funerali di Margaret Spada, la ragazza di 22 anni morta per un intervento di rinoplastica a Roma. Scusi don, perché dice “spero”?

- Il pezzo di Milena Gabanelli sulle auto elettriche è tecnicamente inattaccabile, nei numeri. Ma le premesse e le conclusioni sono imbarazzanti, o meglio dettate dall’ideologia. Primo: dimentica di dire che è stato il mercato ad aver rigettato l’auto elettrica, e non solo errori negli investimenti: ai compratori l’auto elettrica non piace perché costa troppo, perché il suo valore nel mercato dell’usato è incerto e perché l’organizzazione di un viaggio richiede programmazione. Secondo: se l’articolo si conclude con “il dato certo è che i cataclismi che stravolgono il pianeta sono indifferenti agli interessi di settore e alle lotte di potere”, allora è chiaro che non ci hai capito nulla. Perché anche i sassi sanno che, pur riconvertendo l’intero parco auto in elettrico europeo, l’impatto sui “cataclismi” del pianeta sarebbe prossimo allo zero.

- Come è potente, molto americana, la foto di Donald Trump ed Elon Musk che sull’aereo mangiano un banalissimo Bic Mac con patatine fritte e Coca Cola.

- Il “Campo Largo” vince sia in Umbria che in Emilia Romagna. Il secondo risultato era atteso, il primo no. Stefania Proietti batte Donatella Tesei e Elly Schlein può tirare un sospiro di sollievo più di quanto Giorgia Meloni debba rabbuiarsi. Erano due partite complicate, in due regioni storicamente rosse: l’Umbria passata al centrodestra cinque anni fa era stato uno di quei miracoli che difficilmente si ripetono. E infatti… Adesso inizieranno a dire che il Campo Largo, se unito, vince. Certo: pure l’armata Brancaleone di Prodi vinse le elezioni nel 2006. Il problema è: ma poi come si governa? A livello locale puoi appianare le distanze, magari. Ma a livello nazionale è tutta un’altra cosa. Devi mettere insieme Elly, Giuseppi, Bonelli, Fratoianni, Renzi e Calenda.

- Sui missili Atacms forniti dagli Usa all’Ucraina, andiamoci piano. Una cosa sono gli annunci, un’altra l’effettivo uso sul campo. A Kiev infatti è stato imposto un limite: i missili potranno essere utilizzati solo nella regione del Kursk. L’obiettivo, in sostanza, è non perdere quei pochi chilometri conquistati in Russia e così importanti al tavolo delle trattative. Chi immagina una riconquista ucraina del Donbas, insomma, sogna ad occhi aperti.

- Il parroco di Caivano, don Patriciello, riferendosi all'ennesimo caso di violenza tra minori a Napoli, e cioè ill bambino di 10 anni che ha accoltellato un 13enne a Giugliano per il possesso di un pallone, ha detto una sacrosanta verità. L’unica possibile: “Ai genitori di questo bambino, che non conosco, chiedo: come è stato educato?”. Il punto sta tutto qui. Gli appelli. Le fiaccolate. I film. Utili, per carità, ma non risolutivi. Senza educazione familiare non se ne esce. E qualcuno dovrà pur dire che se a Napoli accadono certe cose, tutto sommato, è anche colpa delle famiglie napoletane. Non del fato.

- Quattro anni dopo, devo ammettere un errore di analisi politica. Dopo le elezioni tra la Borgonzoni e Bonaccini in Emilia Romagna, con l’attivismo citofono a citofono di Matteo Salvini, scrissi che il leader leghista aveva commesso un errore nel caricare troppo quella sfida, mobilitando così le feste dell’Unità, le sardine e gli antifà che votarono più per fermare lui che per la Regione. Mi sbagliavo. Nel senso che Salvini avrebbe potuto pure scomparire, come successo quest’anno, ma non ci sono alluvioni e inefficienze che tengano: l’Emilia Romagna resta un fortino rosso. Sempre e comunque.

- Pare che Starmer stia pensando di copiare il “piano Meloni” per i migranti, cioè di replicare il caso Albania. Lo aveva già detto. Quello su cui mi focalizzerei semmai è altro: ovvero che, non facendo più parte dell’Ue, la Gran Bretagna può beatamente fregarsene del diritto europeo e procedere come meglio crede. Senza che qualche giudice invochi sentenze della Corte Ue per bloccare il trasferimento dei migranti. Beati loro.

- Ogni volta che i giornali elogiano la Nazionale di calcio di Spalletti, poi arriva la realtà a svegliarci dal sogno. Giochiamo meglio di quanto fatto all’Europeo, sia chiaro (ci vuole poco: abbiamo fatto schifo), ma restiamo una squadra di secondo livello. Le grandi, come la Francia, ci annichiliscono.

- Arrestato in Francia l'amico di Ilaria Salis che era con lui in Ungheria nel febbraio del 2023, quando un gruppo di neonazisti venne massacrato di botte da alcuni antifascisti. Poco mi importa se Ilaria e "Gino" Arzaj erano davvero lì oppure no. Mi fa sorridere il fatto che di quattro accusati per quelle violenze, ci si sia trovati di fronte a quattro procedure differenti: una è stata consegnata dalla Germania alle autorità ungheresi; per un altro l'Italia ha negato il trasferimento; Ilaria Salis s'è salvata solo con l'elezione; e questo poveraccio rischia di essere mandato a Budapest. Se la Francia dovesse confermare il mandato di arresto europeo spiccato dall'Ungheria, il dramma sarebbe tutto nelle mani di Bonelli e Fratoianni: a quale elezioni possono candidarlo per assicurargli l'immunità? Mica vorranno fare figli e figliastri...

- Messaggio di solidarietà di Ilaria Salis per "Gino" Arzaj. State a sentire: "Arrivato in Italia quando aveva tre anni, dove ha avuto residenza regolare e continuativa per più di vent’anni. Eppure, per colpa del razzismo sistemico del nostro Paese, gli è stata negata la cittadinanza, con il pretesto di alcune segnalazioni di polizia per il suo generoso impegno come attivista nei movimenti". Razzismo sistemico? Ilaria, ma che stai a dì? Non gli hanno consegnato il passaporto perché s'è fatto beccare in attività evidentemente illegali. Giusto? Sbagliato? È la legge, e non è razzista. Se ci avesse davvero tenuto alla cittadinanza forse avrebbe dovuto fare più attenzione. E cambiare compagnia.

- Non ne ha parlato nessuno. Ma dovete guardare con attenzione questo video. Si vede un picchetto di studenti dei collettivi di sinistra che aggrediscono i giovani di Azione Universitaria, organizzazione di destra vicina a Fratelli d’Italia, intenti a realizzare un banalissimo banchetto all’interno della facoltà di sociologia di Trento. Non per propagandare chissà cosa, ma solo per spiegare il proprio programma in vista delle elezioni studentesche del 19 e 20 novembre. Il banchetto, lo precisiamo, era stato autorizzato dall’ateneo ma ai ragazzi è stato impedito di svolgere una legittima azione democratica: i volantini sono stati gettati a terra, la bandiera buttata nella spazzatura, il picchetto prolungato finché non è stato necessario cancellarlo. La domanda è questa: perché questo video non scandalizza tutti? Perché i grandi giornali e i difensori della liberà di espressione, non scrivono editoriali scandalizzati? Dove sono Roberto Saviano, Antonio Scurati e tutti i finti censurati di fronte alla censura vera? E guardate che quanto successo a Trento non è un caso isolato. Succede spesso che i banchetti “di destra” vengano presi d’assalto con la scusa che “i fascisti non hanno diritto di parola”, locuzione che permette di far rientrare tra i “fascisti” tutti quelli che non la pensano come i bravi ragazzi di sinistra. I quali non fanno altro che applicare il “principio” difeso da Matteo Leopore a Bologna, ovvero che la presenza della destra in città (come in Università) sia da considerarsi una “provocazione” a cui i centri sociali, gli antagonisti e la sinistra hanno il “diritto”, anzi il dovere, di reagire. Anche con la violenza.

Questo video però dimostra una cosa, ed una soltanto: se c’è qualcuno di antidemocratico, qui, non sta a destra. Ma a sinistra. Ed è tremendo che quei ragazzi non abbiano il quoziente intellettivo sufficiente per riuscire a capirlo.

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