L'homo ecologicus ha da puzzà. Per gli ambientalisti duri e puri, il profumo dell'avvenire è in realtà un olezzo. Guai infatti a lavarsi troppo spesso: gli ultras dell'ecologismo sono convinti che l'abitudine richieda un eccessivo spreco di acqua. E allora, rubinetti chiusi per salvare il Pianeta. L'igiene personale ne risentirà, ma le future generazioni (forse) ci ringrazieranno. I tic della nuova dittatura ideologica green fanno certo sorridere nei loro eccessi, ma c'è poco da scherzare: a colpi di finte soluzioni salva-ambiente, alla lunga rischiamo di ritrovarci imbrigliati in una serie di imposizioni considerate indispensabili per la nostra Terra ma in realtà piuttosto discutibili nella loro effettiva incidenza sul problema che si vorrebbe risolvere.
Più bidet meno carta igienica: la nuova trovata green
I maître à penser dell'ambientalismo, al riguardo, hanno di recente lanciato una nuova battaglia di civilità: quella a favore del bidet e contro la carta igienica. "Ogni anno, scarichiamo nel water milioni di alberi di foreste canadesi: fermiamoci", ha messo in guardia il Washington Post in un editoriale dedicato ai temi climatici. Da qui, la domanda dell'editorialista Michael J. Coren ai suoi lettori: "Ci pensiamo quando stiamo lì comodamente seduti? Probabilmente no". E dopo la paternale ecologista, ecco l'intuizione. Basta con la carta igienica e avanti tutta col bidet, assurto a nuovo simbolo della consapevolezza ambientalista made in Usa. "Spendiamo almeno 30 dollari all'anno per la carta igienica: lo stesso prezzo di un discreto bidet economico", si legge sul quotidiano statunitense. Ma il buon senso e l'igiene suggeriscono che una non sostituisce l'altro. Eppure i teorici della nuova religione ecologista sono propropensi all'aut aut. Ce lo chiede il Pianeta (sostengono).
Docce e biancheria intima, i diktat ambientalisti
Ma - altro paradosso green - pure con il bidet bisogna andarci piano. Non bisogna sprecare troppa acqua, ammoniscono gli ambientalisti, di fatto ammettendo la fragilità delle loro controverse soluzioni. A maggior ragione, sempre secondo i paladini dell'ecosistema da salvare, dovremmo smettere di lavarci ogni giorno. E la doccia andrebbe fatta solo se strettamente necessario, magari una sola volta alla settimana. Con il getto preferibilmente ghiacciato, che ritempra le membra e abbassa i consumi energetici. Poi c'è il filone, altrettanto discutibile, di quanti chiedono che la bincheria intima la si cambi una volta ogni sette dì. E le lenzuola? Una volta al mese. Al gabinetto, occhio allo sciacquone: per gli ambientalisti oltranzisti, meglio utilizzarlo sono dopo una sufficiente quantità di bisognini accumulati.
Le finte soluzioni green
Tutte finte soluzioni green, rispetto alle quali non vi sono evidenze di una drastica incidenza in positivo rispetto ai temi ambientali e climatici. Mentre nell'immensa Cina le centrali a carbone continuano a funzionare a tutto spiano, noi pensiamo a mutande, calzini e reggipetti "multiuso" come nuova frontiera dell'ecologismo responsabile. Allo stesso modo, ci troviamo a utilizzare il cartone al posto della plastica: il primo inquina meno ed è riciclabile, certo, ma anch'esso non è affatto a impatto zero. E gli sposamenti? Meglio se in bicicletta o con il monopattino elettrico. Trovate di corta gittata, non certo rivoluzioni epocali e decisive.
Finché certe soluzioni rimangono nel perimetro delle scelte personali, il fenomeno non preoccupa.
Il problema sorge piuttosto quando certi diktat si trasformano in imposizioni o in parametri (discutibilissimi) per decretare chi avrebbe a cuore il Pianeta e chi no. Meno docce e meno carta igienica per salvare il clima: quando sentirete puzza di pensiero unico, saprete il perché.
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