La protesta del sindacato di polizia. "Assoluzione rischioso precedente"

Il segretario Fsp-Veneto interviene sulla sentenza che smontò l'accusa di resistenza negli scontri: "Così si giustifica la violenza"

La protesta del sindacato di polizia. "Assoluzione rischioso precedente"
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Il «caso Apostolico» continua ad arricchirsi di nuove pagine. Dopo i filmati che ritraggono il giudice del tribunale di Catania a una manifestazione pro-migranti nel porto etneo nel 2018, qualcuno in Veneto si è ricordato che la stessa ha presenziato come testimone in tribunale a Padova in favore di suo figlio, Francesco Moffa. Il ragazzo, infatti, è stato accusato, poi assolto, di resistenza e violenza a pubblico ufficiale per aver colpito con un pugno un dispositivo di protezione di un agente in servizio. Venne identificato durante una contromanifestazione degli antagonisti dei centri sociali nel 2019, organizzata per contrastare quella antiabortista che vedeva la partecipazione di Forza Nuova.

Apostolico riferì in tribunale che il figlio quel giorno la chiamò dicendole che la polizia aveva usato violenza contro i partecipanti e le mostrò alcune immagini in cui si mettevano in evidenza quelli che, a detta del ragazzo, sarebbero i segni dei quei colpi. La sentenza di assoluzione di Moffa recita: «Assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato per mancanza dell'elemento soggettivo o per riconoscimento della scriminante della reazione ad atti arbitrari P.U. anche con la formula putativa». Il dispositivo ha lasciato l'amaro in bocca agli agenti, come riferisce Maurizio Ferrara, segretario regionale Fsp - Polizia Veneto. Il sindacalista, pur sottolineando che «le decisioni della giustizia si rispettano sempre» e che non ritengono di entrare nella vicenda politica di contorno, fa notare come in nome della locuzione giuridica utilizzata per l'assoluzione di Moffa, ci sia il rischio che «chiunque si sentisse convinto di subire atti arbitrari dei Pubblici Ufficiali (anche putativi) possa essere legittimato a ricorrere a qualsiasi strumento violento anche quando si tratta di una mera percezione».

Questo desta da tempo perplessità e preoccupazione negli agenti, costantemente sotto pressione durante ogni loro servizio. Ma pone anche molti interrogativi e dubbi sulla legittima gestione dell'ordine pubblico e questo, di conseguenza, spalanca le porte a rischi concreti per tutti gli operatori della sicurezza. «Vogliamo che i poliziotti abbiano serenità e fiducia verso la granitica istituzione della magistratura», spiega Ferrara. Tuttavia, prosegue, «di fronte a eventi del genere la piena convinzione della terzietà di un giudice legittimamente vacilla». Un problema, questo, comune a molti cittadini a fronte della mancata percezione di imparzialità da parte di una fetta di magistratura. Il sindacato Fsp Veneto, tramite l'avvocato Pierilario Troccolo, ha assistito gratuitamente gli agenti coinvolti in quegli scontri, in ragione di una ferma fiducia nelle istituzioni e nella giustizia che contraddistingue ogni servitore dello Stato.

«Se i poliziotti sbagliano ne devono pagare le conseguenze, come peraltro già accade, se a sbagliare sono altri non possono esserci compromessi, della serie dura lex sed lex, dura legge, ma legge'», conclude il segretario della sezione veneta del sindacato Fsp.

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