Recapitata la diffida a Schlein, il rischio su Purgatori e Prodi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la nuova corrente di Bonaccini, l'ingratitudine di Zaki e il giornalista russo morto

Recapitata la diffida a Schlein, il rischio su Purgatori e Prodi: quindi, oggi...
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- È morto un giornalista russo sul fronte di Zaporizhzhia. Un reporter che stava sul campo, esattamente come i suoi colleghi occidentali o ucraini. Ricorderete i pezzi sulla libertà di stampa realizzati quando a morire sono stati i cronisti europei o americani. Stavolta per Rostislav Igorevich Zhuravliov, che lascia moglie e due figli, La Repubblica se ne esce così: “Non era solo un giornalista, era un militante”. Lo trovo indegno.

- Lo trovo indegno perché allora Putin avrà tutto il torto del mondo, e lo ha, e magari i racconti di questo Zhuravliov erano faziosi in favore di Mosca, però vi chiedo: chi di noi non è fazioso sul campo? Cari colleghi occidentali, li rileggete i vostri pezzi dopo averli scritti? Non siete forse anche voi “militanti”, anche se preferite la parola “attivista”, della causa ucraina, di quella per il pianeta, di quella per i vaccini eccetera eccetera? Forse vi stava sulle palle. Forse lo considerate un nemico. Ma è pur sempre morto un giornalista e come tale dovreste trattarlo. E cioè denunciare, come avete fatto in altre occasioni, che sarebbe buona norma non sparare sui cronisti. O la regola non vale per Kiev?

- Una ragazzina 13enne è riuscita a scappare dal suo aguzzino mostrando un biglietto con scritto “aiutatemi” dato ai passanti. Storia tragica. Ma subito la mente va quel magico film, “Così è la vita”, di Aldo Giovanni e Giacomo.

- Su Andrea Purgatori credo che la parola definitiva l’abbia detta Enrico Mentana, che lo conosceva bene: lui cercava misteri e rivelazioni, ma sulla sua morte non ci saranno né misteri né rivelazioni. Sapeva di soffrire di un male incurabile, secondo Nicola Porro il tumore al polmone era di 7 centimetri; magari poteva durare di più il decorso. Ma non so se è il caso di alimentare inutili suggestioni. C’è il rischio di buttarla in caciara.

- La domanda su Patrick Zaki è questa: ma perché ci siamo tanto impegnati per un egiziano che non parla nemmeno l’italiano e che ha avuto il solo merito di passare qualche mese a Bologna, mentre abbiamo detenuti in giro per il mondo (vedi Chicco Forti) la cui soluzione diplomatica non si trova mai?

- La Meloni ha riportato Zaki a casa, ha avviato una trasformazione in Rai che caccia Facci e tiene Saviano, ora pare che apra pure all’ipotesi di salario minimo. Ma com’è che il governo di destra fa cose di sinistra?

- Romano Prodi battezza la nuova corrente del Pd di Stefano Bonaccini. Un messaggio neppure velato a Elly Schlein che sarà fresca, sarà nuova, sarà militante, ma continua a piacere troppo poco all'anima cattolico-moderata dem. Nel suo intervento Romano non cita mai Elly, o quasi.

Ma una frase sibillina sembra riferita proprio a lei: Prodi chiede che il partito trovi "la sinergia tra riformismo e radicalismo" purché sia un "radicalismo dolce". Se non è una bocciatura della linea sin qui seguita dal segretario, poco ci manca: diciamo che siamo in diffida. Come a dire: occhio Elly, che se tiri troppo la corda poi si spezza. È suonato l'allarme a casa Schlein?

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