- Mentre l’Ue ha annunciato di aver trovato l’accordo sul tetto al prezzo del petrolio russo (bene, ma questione secondaria), sul price cap che conta veramente, cioè quello sul gas, siamo ancora in alto mare. Dopo la prima proposta della Commissione a 275 euro, la nuova idea sarebbe quella di farlo calare a 264 euro, riducendo anche le varie clausole per farlo scattare. È qualcosa, ma non abbastanza. Intanto fonti europee già mettono le mani avanti: qui mi sa che il 13 dicembre non si raggiunge nessun accordo. I prezzi, intanto, aumentano... Toc toc, Unione Europea: se proprio vuoi fare il price cap, forse è il caso che ti muovi.
- Il capo della Confindustria dice che i soldi messi per la flat tax degli autonomi sono “non prioritari” e “discutibili sul merito”. Facile dirlo, quando sei a capo di aziende medio-grandi. Ma pmi e partite iva ringraziano le novità della manovra.
- Eliminata dai Mondiali di Qatar 2022 la Germania. Adesso ho capito perché spingevano tanto per anticipare la campagna “no discrimination” a prima dei quarti: sapevano di dover tornare a casa in anticipo.
- Oh, bellissima la costruzione dal basso della Spagna. Ma ieri sera gli iberici indovinate un po’ come hanno preso il primo gol? Perché invece di lanciare lungo stile “salimooooo”, il portiere ha deciso di “non buttare il pallone”. E ha incassato una pera.
- Bene l’intervento di Confprofessioni contro “la campagna da parte della stampa contro i lavoratori autonomi che sarebbero stati avvantaggiati dall’estensione della flat tax”. Non c’è nessuna contrapposizione tra dipendenti e professionisti. C’è solo la scelta del governo di allargare la platea dei beneficiari del regime forfettario fino a ricavi da 85mila euro, persone che non hanno ferie pagate, tfr, disoccupazioni, tredicesime e permessi vari. Non mi pare uno scandalo.
- Zelensky ha chiesto al Parlamento di approvare una legge per mettere al bando le organizzazioni religiose ucraine “affiliate con centri di influenza della Federazione russa”. Comprensibile: sono pur sempre in guerra. Ma c’è qualcosa che stona. Scrive l’Avvenire: “Nelle diocesi di Chernivtsi e Bukovyna i vertici della Chiesa ortodossa sono sotto processo come collaborazionisti per avere il passaporto russo e «informato male i fedeli». A Ivano-Frankivsk è stata setacciata la Cattedrale della Natività; nell’oblast di Ternopol è stato perquisito il Seminario di Pochaiv; nella regione di Rivne gli agenti hanno fatto irruzione nel monastero della Trinità a Korets. Indagato per «incitamento all’inimicizia religiosa» il metropolita Jonathan di Tulchyn. E accusato di «diffusione di opinioni pro-Cremlino» il metropolita Joasaph, già alla guida della diocesi di Kirovograd e nominato vicario di Kiev il 23 novembre: secondo l’Sbu, il presule «ha eseguito le istruzioni di Mosca per giustificare l’aggressione russa» e nel corso delle indagini sono stati scoperti «libri sullo scisma ucraino, un libro sulla storia del Cremlino» e «una foto con il patriarca Kirill»”. L’idea che uno Stato metta al bando una confessione religiosa resta comunque discutibile. Non vi sembra un po’ tantino?
- Italia Oggi scrive che in Francia corre la preoccupazione in vista dell’inverno. Per la precisione, pare ci sia il rischio che a gennaio - quando fa freddo e la richiesta di gas è più alta - il sistema elettrico sia costretto a fare dei blackout programmati. E questo nonostante Oltralpe ci siano non poche centrali nucleari. Viene da pensare: e allora noi cosa dovremmo fare?
- Questa storia che il consulente della procura di Bergamo, Andrea Crisanti, sia diventato senatore del Pd, mi fa dire che forse i magistrati farebbero bene a guardarsi le carte diecimila volte prima di prendere una decisione. Perché a pensar male si fa peccato, ma...
- La guerra del Pd, se vi interessa, è sintetizzabile così: da una parte i riformisti, dall’altra i nipotini della Ditta. I primi si sono stretti attorno a Bonaccini (Base Riformista, ex renziani, Guerini, Lotti cui si aggiunge Orfini). I secondi guardano a Elly Schlein, che non è del Pd ma viene da fuori. Per capire come andrà a finire, state a sentire cosa dice il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “Se vince Schlein potrei lasciare il Pd”. Lo stesso farebbero altri e allora prenderebbe forma la “deriva francese” dei dem, che porterebbe verso il centro l’area riformista. Finendo col decretare il vero vincitore dell’eventuale congresso Pd: Matteo Renzi, il quale vedrebbe ingrossarsi le fila del suo Terzo Polo.
- Pare che Sergio Mattarella un bel giorno abbia querelato uno scrittore, querela conclusa con la condanna dell’autore al pagamento di 30mila euro. Il presidente presentò denuncia prima di salire al Colle, ma poi non la ritirò. La stessa cosa che ha fatto Meloni contro Saviano. Eppure non mi pare ci siano Murgie varie a lamentarsi col capo dello Stato
- Nel giorno in cui il Corriere pubblica intercettazioni e stralci di fascicolo di indagine sulla Juventus, il Corriere apre il giornale con un editoriale che bacchetta “il vizio consolidato di pescare a strascico dalle carte delle procure lacerti di verbale o intercettazioni contro l’indagato per spararli in pagina”. Sono d’accordo, però un tantino di coerenza ci vorrebbe anche. O no?
- "Io sono un liberale”, afferma Matteo Salvini prima di smentirsi nel giro di due frasi. “Ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat". Mi sia permesso di dire, caro Matteo, che un vero liberale non definisce “rompiballe” chi paga con la carta. Il mio principio è questo: l'acquirente paga come vuole, il venditore incassa come più gli piace. Per questo non gradisco l'obbligo di Pos: visto che ricevere pagamenti elettronici ha dei costi, credo si debba lasciare al commerciante il diritto di richiedere i contanti.
In alternativa, nessuna transazione: tanto alla fine è lui a rimetterci se non vende il bene o il servizio. Per il cliente, al più, può essere una rottura doversi andare a cercare un altro bar. Ma se vuole pagare col bancomat, che sia un suo diritto: non è un rompiballe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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