Che sberla alla Schlein, l'orrore dell'orso e Murgia: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il post della Murgia, l'incontro tra il Papa e Meloni e la protesta delle tende

Che sberla alla Schlein, l'orrore dell'orso e Murgia: quindi, oggi...

- Il mio nuovo idolo si chiama Luca Bolloch, leghista di 49 anni appena eletto primo cittadino di Faedis (Udine). Il qui presente è single, non ha moglie né fidanzata, dunque ha scherzosamente indetto una festa nella piazza del paese con tanto di passerella per eleggere la “first lady”. Ovviamente lo hanno sommerso di critiche ma lui, eroe, se ne frega: è goliardia, non sessismo. Sono quasi tentato di trasferire a Faedis la residenza per poterlo votare al prossimo giro.

- A voi che difendete Jj4, a voi che manifestate contro l’abbattimento degli orsi pericolosi e aggressivi, suggerisco di leggere la relazione della forestale sulla morte del povero Andrea Papi. Eccola: “È assolutamente verosimile che vi sia stata una violenta e prolungata azione aggressiva dell'animale selvatico nei confronti dell'uomo come dimostrerebbero le gravi ferite e le tracce ematiche sparse per decine di metri". Decine di metri, capito? Hanno trovato il corpo e tracce di sangue ovunque, una morte atroce arrivata così all’improvviso, senza un motivo. Anzi: un motivo c’è e si legge “troppi orsi in Trentino”.

- Bello l’incontro di oggi tra Papa Francesco e Giorgia Meloni. Le cronache andate a leggerle altrove, magari su questo sito. Però una frase del premier sull’utero in affitto merita di essere letta, riletta e commentata: "Vogliamo una nazione nella quale non sia più scandaloso dire che, qualsiasi siano le legittime e libere scelte di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna, nella quale non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita, che gli uteri non si affittano, che non sono prodotti da banco che puoi scegliere al supermercato". Sinceramente, come darle torto?

- Elly Schlein è riuscita nell’incredibile miracolo di cavalcare la battaglia sbagliata, quella degli studenti in tenda contro il caro affitti, e di rimediare pure degli schiaffoni dai “ribelli”. E su questo, devo dire, hanno ragione loro. Perché se tu sei il capo del partito che governa a Roma, Milano, Firenze, Torino, Bologna e in tutte le altre città universitarie, e in questi luoghi gli affitti sono alti e le case non si trovano, beh: come fai a presentarti come l’esponente politico che può risolvere il problema? Fossi stato in Elly, mi sarei tenuto alla larga dalle piazze con picchetti e sovrateli. Avrebbe evitato di sentirsi dire: “Non puoi venire qui a ripulirti la coscienza”.

- Solo per raccontarvi che a Rimini un tunisino di 50 anni è stato condannato a tre anni di carcere per aver maltrattato la moglie che voleva vivere all’occidentale. Le impediva di uscire, di parlare l’italiano, di avere contatti con i vicini e quando andava peggio veniva pestata e abusata davanti ai figli. Storie che si ripetono, ma che ormai non fanno più notizia.

- Sulla questione degli studenti in tenda dobbiamo dire due cosette, in maniera chiara e decisa. Primo: tra chi protesta c’è soprattutto gente che abita nelle periferie delle città, quindi non veri e propri “fuorisede”, ma ragazzi non hanno voglia di farsi il mazzo avanti e indietro ogni mattina fino all’aula universitaria. Secondo: l’Università non è gratis, ma costa circa 9.500 euro per ogni studente. La pagano gli universitari? No, o meglio alcuni solo in parte. Il grosso ce lo mettiamo noi, con le tasse. Ce li mette pure l’operaio che si spacca la schiena dall’età di 16 anni e che magari all’Università non c’è potuto mai andare perché doveva portare sin da subito i soldi a casa. Ecco perché sentire quei ragazzi rivendicare l’affitto calmierato solo perché - da pendolari - sono "troppo stanchi la sera per andare a bere con gli amici”, beh: fa accapponare la pelle.

- Quindi la leader delle tende di Milano, quella da cui è partito tutto l’ambaradan, ha una casa in affitto in città. Altro che tornare ad Alzano, nella Bergamasca. Lei, dice testualmente, una stanza in locazione poteva “permettersela” e non se l’è fatta sfuggire, nonostante la lunga ricerca. Quindi non ho capito: che protesta a fa?

- Michela Murgia ha un tumore, ma questo non ci deve impedire di criticare le sue uscite pubbliche. Oggi ha presentato al pubblico la sua famiglia queer, cosa ovviamente legittima. Però sbaglia quando afferma che "la queerness familiare è una cosa che esiste e raccontarla è una necessità sempre più politica, con un governo fascista che per le famiglie non riconosce altro modello che il suo”. Primo: magari questa unione queer esisterà pure, ma stiamo parlando di una piccola nicchia e non c'è motivo per eleggerla a modello. Secondo: questo governo non ha fatto nulla per discriminare la "queer family" di Murgia, ma se difende quella composta da un uomo e da una donna, unione che natura richiede per concepire un figlio, non capisco perché non dovrebbe avere il diritto di farlo. Non c'è nulla di fascista nel promuovere la famiglia tradizionale.

- Dice sempre Murgia: “L'elezione amorosa va mantenuta primaria, perché nella famiglia cosiddetta tradizionale i sentimenti sono

vincolati ai ruoli, mentre nella queer family è esattamente il contrario: i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono, altrimenti meglio mai”. Bello. Intelligente. Scritto bene. Ma che vor dì?

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