- La storia più bella della giornata è questa: un signora di 98 anni di Mantova è stata operata oggi perché dal 1940, ripeto: 1940, aveva due proiettili nella gamba. Erano il “ricordo” di un bombardamento aereo di 84 anni fa ma ultimamente sono tornati a farsi sentire. L’ospedale l’ha operata e adesso è tornata in Rsa. “Io sto meglio - dice Lina - Per il resto, sarà quel Dio vorrà”.
- Avete presente Fleximan, il supereroe che punisce gli autovelox? Ecco: da oggi abbiamo pure l’antagonista in questa storia sovrannaturale. È il sindaco Alessandro Rapinese, primo cittadino di Como, che vorrebbe installarne a più non posso: "Ho richiesto l'installazione di autovelox fissi, non vedo l'ora di metterli”, titolano i giornali locali. Benvenuto Autoveloxman.
- A Elly Schlein, dopo la vittoria in Sardegna, resta un problema e riguarda il leader della sua coalizione. In Sardegna ha vinto un candidato grillino anche se il M5S ha preso solo il 7,8% contro il 13,8% del Pd. Quindi magari sarà anche vero che la coalizione può funzionare, ma chi sarà il leader del “campo larghino”? Lei? Conte? Oppure un terzo uomo tirato fuori dal cilindro?
- Secondo problemino. I dati di lista dimostrano che al momento il centrodestra è ancora avanti di oltre sei punti percentuali e che solo un accordo tra M5S, Pd e Terzo Polo potrebbe pensare di impensierire Meloni. I diretti interessati lo vogliono? Carlo Calenda, Re dei ribaltoni, oggi si dice pronto a discutere con Conte che fino a ieri considerava un appestato. Ma non è detto che possa avvenire il contrario. E soprattutto qualche patto si potrebbe trovare a livello locale, ma non è detto che verrà replicato a livello nazionale. Oggi Conte infatti sottolineava la necessità di cercare un “campo giusto” e non necessariamente “campo largo”. Che però, dati alla mano, non basta per vincere le politiche.
- Alessandra Todde vince e la spara grossa. Ma grossissima. In conferenza stampa torna alla carica e assicura che “i sardi hanno risposto ai manganelli con le matite”. Punto primo: ma che c’entra? Punto secondo: forse Todde non si è accorta che alle liste di centrodestra sono andati più voti che a quelle che la sostenevano. Certo, sarà presidente grazie al voto disgiunto. Ma se dalla Sardegna doveva partire “la Resistenza” a Meloni e ai manganelli beh, stiamo freschi.
- Sono più sereno. Ho scoperto infatti che non siamo l’unico Paese ad avere problemi con i suoi artisti. Anche alla Berlinale, rassegna del cinema tedesca, i cantanti hanno prestato il fianco (e le telecamere) alle intemerate politiche come dei Ghali qualsiasi. Registi con la kefia sul palco, accuse di “genocidio” ad Israele, foglietti dei giurati con “cessate il fuoco adesso” e via dicendo. Nessuno, ovviamente, ha osato ricordare quanto successo il 7 ottobre scorso ad opera di Hamas. Ma soprattutto, a quanto pare, è proprio impossibile per gli “artisti” di ogni ordine e grado, a tutte le latitudini, lasciare fuori la politica da quelle che dovrebbero essere solo kermesse culturali.
- Per il reato di “istigazione all’odio” Vannacci rischia una condanna a un anno e sei mesi di carcere e una multa fino a 6 mila euro. Lo abbiamo detto ieri: il libro del generale sarà odioso e scritto male, fuori luogo e populista, ma le opinioni si battono con le opinioni. Non con i giudici. Fossi in Vannacci non preoccuperei di questa denuncia, che alla peggio lo trasformerà in un santo. Semmai mi allarmerei per le parole di Roberto Marcato, assessore veneto alle attività produttive, il quale si è chiesto: “Non capisco cosa c’entri Vannacci con la nostra storia”. Secondo l’esponente leghista, il partito dovrebbe concentrarsi su poveri, anziani, partite iva. E non occuparsi di omosessuali o Paola Egonu. Non è detto che il sentimento sia diffuso, anche se Marcato assicura di essere “rappresentare il sentire comune della base”, ma che un po’ di mal di pancia ci siano è plausibile. Altrimenti l’annuncio ufficiale, forse, sarebbe già arrivato.
- Joe Biden respinge le accuse sulla vecchiaia. E lo fa ricordando che “Trump è vecchio quasi quanto me”. Vero. Il problema, però, è come ci arrivi a quell’età. E a giudicare dagli ultimi scivoloni, il povero Biden non sta dimostrando di essere molto sul pezzo.
- Nella sua informativa presentata in Consiglio dei ministri, Piantedosi ha spiegato cosa è successo a Pisa prima della manifestazione degli studenti. I ragazzi non avevano “presentato alcun preavviso alla questura, la quale, avendone avuta notizia, ha cercato più volte di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso”. Tutto inutile. “Gli stessi manifestanti, durante lo svolgimento del corteo, non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti da parte del dirigente del servizio e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in piazza dei Cavalieri, di forzare il blocco delle forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i reparti mobili". Capite il problema? Il punto non è “autorizzare” o meno la manifestazione, che non ha bisogno di bollini. Ma se ti muovi per la città in corteo devi comunicarlo alla polizia e gli agenti ti invitano a non dirigerti in un determinato luogo, quale che sia il motivo, devi rispettare l’indicazione. Non cercare di forzare il blocco. Altrimenti è giusto ricevere due manganellate.
- Approvata la “legge sul ripristino della Natura”, uno dei pilastri più contestati del Green Deal. E qui c’è da sbizzarrirsi, se è vero quello che sostiene Carlo Fidanza, capo delegazione di FdI, secondo cui assisteremo al “ripristino delle paludi”, alla libera esondazione dei fiumi e a campi incolti se non si rispetta “l’indice di farfalle della prateria”. Approfondiremo. Ma qui la questione è anche politica: il provvedimento è passato con il voto favorevole anche di un pezzo di Partito Popolare Europeo, che hanno preferito continuare a dare credito alla “Maggioranza Ursula” anziché sposare le istanze dei conservatori. Dopo le parole di Weber (“Il Green Deal è una politica del Ppe”) e quelle di Ursula von der Leyen, si profila sempre più l’incubo di una nuova legislatura benedetta da Timmermans.
- Per fortuna c’è un giudice a Bologna. La Procura ha chiesto l’archiviazione per l'accusa di violenza sessuale ai danni di un poliziotto che era stato denunciato per aver colpito con un calcio in mezzo alle gambe una ragazza durante una manifestazione. Era il dicembre del 2023. Ora: quel calcio potrà essere stato fuori luogo, di solito è meglio usare il manganello, cari poliziotti, e magari poteva anche starci una denuncia per “lesioni” (benché esagerata). Ma che in quel pestone potesse esserci una “volontà simbolica di penetrazione” è una di quelle fantasia che solo delle femministe potevano partorire. “Quel giorno in piazza un uomo mi ha colpito in mezzo alle gambe, alle mie parti intime, per dirmi che lì non ci dovevo stare in quanto donna”, era l’illogico ritornello della giovane Ilaria. A quanto pare nemmeno i pm le hanno dato credito. Per fortuna.
- Ogni elezioneè a parte e abbiamo già sottolineato gli errori del centrodestra.
Però se uno vuol guardare al pelo nell’uovo, negli scorsi anni ci sono state 5 elezioni regionali e tutte, dicasi tutte, sono state vinte dal centrodestra. Di cui gran parte con votazioni bulgare. A questo si aggiunga che con Francesco Rocca, Meloni ha pure strappato il Lazio al centrosinistra. Insomma: Elly fa bene a festeggiare, però senza esagerare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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