Scontri con la polizia al corteo, le femministe: "È violenza sessuale"

In un'immagine ritratta durante gli scontri di Bologna tra polizia e antagonisti si vede un poliziotto colpire col piede il pube di una ragazza durante un contatto. Pronte le denunce per l'agente e per i superiori, fino al ministro

Scontri con la polizia al corteo, le femministe: "È violenza sessuale"
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Nelle ultime settimane gli scontri tra polizia e manifestanti si sono acuiti, soprattutto a fronte degli sgomberi che sono stati effettuati in varie città italiane, tra le quali Bologna. Centri sociali e galassia antagonista si sono ribellati alle operazioni di esecuzione degli sgomberi. Da qui i contatti più o meno violenti tra agenti e manifestanti.

Durante uno degli scontri, in dinamiche e circostanze ancora tutte da chiarire, uno dei fotografi presenti sul posto avrebbe ritratto un poliziotto che, nell'atto di allontanare una delle ragazze impegnate negli scontri, nell'allungare la gamba colpisce la giovane sul pube. Per questa ragione ora le femministe e gli attivisti dei collettivi intendono denunciare il poliziotto, il caposquadra, il questore e il ministro per violenza sessuale. Proteste si sono alzate anche dal Comune di Bologna, a guida rossa.

"Questi gesti non possono essere classificati come legittima procedura di ordine pubblico, ma rappresentano una violenza sessuale praticata da un uomo, nel corso dello svolgimento di un'attività in divisa per conto della Stato, a una ragazza disarmata", dichiarano gli attivisti dei collettivi protagonisti delle due occupazioni sgomberate. Dalla fotografia che vogliono allegare alla denuncia non si evince quanto accaduto prima e non è possibile ricostruire tramite immagini cosa abbia portato l'agente a una reazione di quel tipo, comunque senz'arma. In caso di denuncia dovranno essere ascoltate le versioni di tutte le parti in causa, non solo quella degli attivisti che in queste ore stanno occupando le pagine dei giornali e impegnando l'opinione pubblica, ma anche quella degli agenti. Va ricordato che in quell'occasione dieci agenti rimasero feriti, tra i quali il capo della Digos in maniera seria.

L'intenzione delle femministe è quella di denunciare tutti, dal poliziotto al ministro, "il primo per aver agito e gli altri come responsabili e civilmente obbligati per i danni causati dal proprio personale". Il capogruppo Pd, Michele Campaniello a Palazzo Accursio, in merito alla vicenda ha dichiarato: "È un'immagine che non è degna della divisa. Mi auguro che, a seguito di un'inchiesta interna che vorrà aprire la Polizia per capire l'effettiva dinamica dell'accaduto, si faccia piena luce su questo evento. E mi auguro che episodi di violenza come quelli che si sono registrati in città non si verifichino più".

Asserire che il calcio, sul quale ci saranno probabilmente approfondimenti, venga considerato alla stregua di una violenza sessuale è comunque una forzatura che svilisce e ridicolizza il reato e le vittime che, davvero, ogni giorno vengono violentate o stuprate. E che a muovere l'accusa sia un'attivista femminista che, come si evince dal suo profilo, asserisce di essere dalla parte delle donne e che non capisce come questa accusa strumentale sia un danno per le vittime, dice molto sull'attivismo militante del nostro Paese. "Sono estremamente pesanti le parole utilizzate dalla manifestante che, dopo i disordini avvenuti a Bologna in occasione degli ultimi sgomberi, e quando dieci poliziotti sono rimasti feriti a causa dell’aggressione subita dai manifestanti", spiega Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato.

"Si tratta di accuse estremamente gravi e ben più estese di quel che possa sembrare, visto che, oltre che di ‘mela marcia’, lei ha parlato anche di machismo nel gestire la manifestazione, nientemeno che di patriarcato, e addirittura di un sistema in cui la polizia dovrebbe proteggere e non lo fa", ha proseguito il sindacalista.

Appare assurdo che le divise si trovino costrette a sottolineare l'ovvio, come fa Mazzetti quando, nel comunicato, sottolinea che "quando gli agenti devono tentare di contenere un’azione non consentita ai manifestanti è scontato che avvenga un corpo a corpo, senza che un poliziotto si metta a prendere la mira per affermare la sua superiorità di maschio, ma in effetti questo non dovrebbe accadere perché non siamo buttafuori da strada, perché attaccare un tutore dell’ordine è reato e chi manifesta dovrebbe farlo pacificamente".

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