- Ritratto impietoso di Domenico Quirico sulla Stampa, interamente dedicato a Zelensky. Sintetizzo: era un leader poco amato che, con la guerra, ha trovato il ruolo perfetto per lui, quello dell'eroe della resistenza che nulla decide (a tutto pensano gli Usa) ma fa il frontman della situazione. Sostiene Quirico: andava bene nella prima parte della guerra, ma adesso bisogna trattare. Siamo sicuri Volodymyr sia la persona giusta? Perché per sedersi al tavolo con Putin bisogna dismettere i panni dell'eroe e indossare quelli dello statista. Vedremo
- Matteo Messina Denaro due giorni prima dell'arresto era al supermercato e ha comprato carne tritata, due birre e un detersivo. E sti cacchi?
- Raffica di dimissioni a Kiev, anche troppe per essere solo questione di presunte corruzioni o cose simili. Tra i Leopard che non arrivano e la guerra che persiste, mi pare che in Ucraina per Zelensky le cose siano al momento meno rosee di quanto avremmo sognato. Inutile nasconderlo: con 6 viceministri, 5 governatori e il numero 2 del suo staff cacciati in malo modo, più altri che presto potrebbero essere epurati, per Zelensky siamo davanti ad un vero e proprio terremoto politico.
- A proposito di Leopard, c’è una cosa caruccia da dire. La Polonia ha fatto pressioni sulla Germania per poter inviare i carri armati a Kiev, mezzi che non poteva spedire senza l’autorizzazione tedesca (ora arrivata). Bene, ma Varsavia non intende regalare i suoi Leopard. No: chiederà un rimborso all’Ue, cioè a tutti i contribuenti europei, compresi quei tedeschi che - a quanto pare - sono un po’ restii a spedire cingolati all’Ucraina.
- La trattativa di Svezia e Finlandia per entrare nella Nato sta andando per le lunghe. I negoziati, è la notizia di oggi, sono stati rinviati “a tempo indeterminato”. Cioè Allah vede e provvede. Erdogan sa che più tira la corda, più ottiene. E la Nato, ma direi l’Occidente, sta prestando il fianco all’operazione del Sultano. Ne vale la pena?
- Il governo sta coi balneari. Pare infatti che il tavolo interministeriale abbia decretato la necessità di una proroga della delega che avrebbe dovuto portare all’applicazione della Bolkestein e quindi alle gare per le concessioni delle spiagge. Una scelta quasi obbligata, come dicevamo ieri, dopo la mediazione con i benzinai, oggi in sciopero.
- Il traslocatore di Matteo Messina Denaro arrivò in ritardo e il boss, irritato, “cambiò voce”. Adesso ha paura, il poveretto, e lo capisco. Ne ha così tanta che rilascia interviste al Corriere della Sera e fa mettere nome e cognome, più la foto. Così se mai dovesse davvero diventare obiettivo della mafia il sicario non rischierebbe uno scambio di persona. Geniale
- È vero, ChatGPT non è affidabile al 100%. Ma vi sorprende? No, visto che è stato creato da poco e all’Intelligenza Artificiale bisogna sempre dare del tempo. Il punto è che in così pochi mesi sono riusciti a creare un sistema incredibile che riesce a produrre testi di senso compiuto con informazioni il più delle volte attendibili. Basta poi dargli un’aggiustata e il gioco è fatto. Per dire: è forse Google attendibile al 100% sulle informazioni che ti mostra durante una ricerca? No, infatti fioccano le fake news. Aspettate a decretare la morte prepatura di ChatGPT.
- Mattarella: “La Costituzione vuole l’indipendenza dei magistrati”. Sì, ma vorrebbe anche che un indagato sia considerato davvero innocente fino a terzo grado di giudizio. Che la corrispondenza è privata. E tante altre cose che il nostro malato circo giudiziario e mediatico ha dimenticato da troppo tempo.
- Nell’ufficio del personale dei vigili urbani di Roma arrivano certificati medici di ogni tipo. Tipo quel pizzardone che, con l’alopecia galoppante, s’è fatto prescrivere dal medico il divieto di indossare caschi e cappelli.
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