Ennio Montagnani
Le chiamano driverless-car o anche self-driving car, auto-robot, Google-car. Sono le auto a guida autonoma, in grado di muoversi grazie all'ausilio di sensori e calcolatori che percepiscono l'ambiente circostante: prendono decisioni intelligenti e informate, agiscono su freno, acceleratore e sterzo per muovere il veicolo. Insomma, parliamo dell'innovazione tecnologica più annunciata e attesa che in un mondo iper-connesso, dove la sharing economy continuerà a guadagnare spazio, è destinata a rivoluzionare il concetto di mobilità, con importanti riflessi anche sul mondo assicurativo. Di questo e molto altro si parlerà nel corso del convegno organizzato da AIBA (Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni) dal titolo «Alla guida del cambiamento. Il mondo assicurativo e le nuove sfide della mobilità», in programma il prossimo 30 marzo a Roma, presso il Centro Congressi Scuderie di Palazzo Altieri. Se è vero che passerà ancora molto tempo prima di vedere circolare sulle nostre strade un'auto che ci permetta di leggere un libro durante il viaggio, è altrettanto vero che lo sviluppo dei sistemi di guida assistita è velocissimo.
Infatti, le vetture a guida automatizzata, ad alto tasso hi-tech, che aiutano l'automobilista nelle fasi di guida complicate e favoriscono la riduzione dei sinistri da distrazione, sono già presenti sul mercato. Secondo i dati dell'Osservatorio Auto di AIBA, che saranno diffusi nel corso del convegno, si stima che nel 2035 saranno circa 76 milioni gli esemplari di veicoli a guida autonoma, parziale o completa, circolanti. Insomma, una vera ondata in arrivo che potrebbe travolgere il mondo delle polizze. E infatti gli assicuratori hanno iniziato a muoversi sulle problematiche connesse alle auto a guida autonoma.
«Le nuove tipologie di veicoli a guida autonoma, parziale o totale, andranno a smontare i pilastri sui quali si regge il mercato delle assicurazioni Rc Auto, il più importante dei quali riguarda l'impianto della responsabilità civile», afferma il presidente di AIBA, Luca Franzi de Luca. «Nel momento in cui l'auto funzionerà senza il controllo umano, la responsabilità non potrà più essere del conducente che oggi deve avere il pieno controllo sul veicolo, ma andrà suddivisa tra chi ha realizzato il software, chi lo ha installato sul veicolo, la Casa automobilistica e l'utilizzatore qualora non abbia provveduto all'aggiornamento del software. Si passerà, quindi, da un'assicurazione personale a una disegnata sulle specificità del veicolo, con probabile incremento delle coperture di tutela legale e di Rc Prodotti».
I segnali di cambiamento sono indiscutibili e non riguarderanno solamente i veicoli, ma anche le strade, i sistemi di navigazione satellitare, il trasporto urbano e tanto altro ancora. Le prime tracce di questa evoluzione sono già visibili anche nel nostro Paese. «Negli ultimi anni osserva il presidente di AIBA, Franzi de Luca è fortemente cresciuto il raggio degli spostamenti delle persone, con significative differenze tra piccoli Comuni e grandi città, a causa della diversa accessibilità ai luoghi di lavoro e di svago. In particolare, l'aumento della lunghezza media degli spostamenti è la conseguenza diretta del crescente numero di famiglie che hanno deciso di andare a vivere al di fuori delle aree urbane e che si muovono prevalentemente per ragioni di lavoro o di studio. Inoltre, è curioso osservare come per gli spostamenti di brevissimo raggio di un paio di chilometri, oltre un terzo della popolazione utilizzi l'auto o la moto». Secondo Franzi de Luca, non vanno sottovalutati gli effetti della sharing economy che «trasformerà in tempi rapidi lo stesso concetto di proprietà su alcuni beni come le automobili, favorendo l'affermarsi di una mobilità pay-per-use. È curioso vedere come già adesso, la penetrazione del car-sharing nelle nostre città sia molto più elevata rispetto alle grandi capitali europee.
Sembra che avere a disposizione molteplici soluzioni e un numero importante di veicoli, ne favorisca l'utilizzo».In questa nuova frontiera della mobilità avremo meno indennizzi per danni materiali e più protezione legale e maggiore attenzione alle Rc Prodotti, ma il rischio più grande sarà quello delle frodi informatiche.
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