Audi TT compie 25 anni: storia dell’icona che ruppe gli schemi

Debutto nel 1998 per la sportiva compatta che riscrisse i codici stilistici del marchio Audi, liberandolo dai rigidi schemi dei modelli che l’hanno preceduta: 25 anni e tre generazioni all’insegna della sperimentazione senza mai dimenticare il piacere di guida

Audi TT compie 25 anni: storia dell’icona che ruppe gli schemi

Se c’è un’auto che merita di entrare di diritto nella ristretta cerchia dei modelli che hanno fatto la storia del Design automobilistico, quella è sicuramente l’Audi TT. Un modello che, di fatto, ha rappresentato uno spartiacque tra due fasi ben distinte della storia del brand tedesco: da una parte il razionalismo tipicamente teutonico, dall’altra l’esigenza di creare auto sempre tecnicamente e qualitativamente ineccepibili, ma ugualmente capaci di emozionare nel look e nel piacere di guida. Tutti elementi che la nuova TT, datata 1998, ha saputo incarnare per tre generazioni e venticinque anni di carriera.

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Audi TT: le origini dell’icona

Innovativa nel concetto, più che nello stile fine a sé stesso: del resto, a introdurre sul mercato la prima espressione del nuovo linguaggio stilistico del marchio a metà degli anni ‘90 fu l’Audi A4 di prima generazione, presentata nel 1994 e caratterizzata da linee morbide e precise, come da tradizione Audi. Pochi mesi dopo, al Salone di Francoforte del 1995, la casa dei Quattro Anelli svelò la Audi TT Coupé concept. Un prototipo rivoluzionario in tutto, a cominciare dal nome: TT, infatti, da un lato evocava il leggendario Tourist Trophy dell'Isola di Man, dove NSU e DKW (due delle aziende che poi confluirono nell’Audi che oggi tutti conosciamo) conquistarono molteplici successi motociclistici, dall’altro richiama la sportiva NSU TT degli anni ‘60. TT, poi, si allontanava volumente dalla consueta nomenclatura del brand, che prevedeva (e prevede tuttora) l’utilizzo della lettera A (o della Q nel caso dei SUV) seguita da un numero a indicare il posizionamento in gamma.

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Vi era poi lo stile, firmato nel caso della concept dal designer americano Freeman Thomas sotto la guida dell'allora responsabile del design Peter Schreyer: un sapiente mix tra l’essenzialità delle linee incarnata da movimenti architettonici come il Bauhaus (con la sua proverbiale filosofia “less is more”) e quella ricerca dello stupore e dell’emozione tipica delle scuole di pensiero latine. Il tutto confezionato in proporzioni inedite per le Audi del tempo: frontale compatto (senza alcun tipo di discontinuità tra cofano e paraurti), tetto sfuggente (con abitacolo 2+2) e un lieve accenno di volume posteriore. Elementi che rimasero praticamente immutati nel passaggio da concept a versione di serie, datato 1998. In questo caso, la firma da apporre sul progetto definitivo fu quella dell’exterior designer Torsten Wenzel, il quale definì la TT “una scultura da guidare”.

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Con tetto o senza?

Pura nel look (anche nella variante Roadster con tetto in tela e soli due posti, arrivata nel 1999), Audi TT non accettava compromessi nemmeno sotto al cofano. La base meccanica era la piattaforma a motore anteriore-trasversale della Volkswagen Golf IV del 1997 e dell'Audi A3 del 1996, opportunamente adattata per garantire alla TT (estremamente più bassa) un comportamento dinamico all’altezza del suo stile.

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La gamma motori prevedeva propulsori a 4 cilindri turbo da 1,8 litri con potenze da 150 a 225 CV, a cui si affiancava un possente V6 a 3,2 litri da 250 CV. La trazione integrale quattro era di serie con i due motori più potenti, mentre una prima assoluta per un’Audi di produzione fu l’introduzione del cambio a doppia frizione DSG (in seguito rinominato S tronic) nel 2004. La cura nel dettaglio si ritrovava in elementi inaspettati, come il pomello del cambio sferico, i terminali di scarico arrotondati e i numerosi componenti in alluminio sia fuori (iconico il il tappo del serbatoio del carburante) che dentro. Per non parlare dei rivestimenti in pelle dei sedili con finitura a “guanto da baseball” (soluzione dedicata ad Audi TT Roadster e pensata inizialmente come studio di design).

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Tre generazioni, stesso DNA

Il principio “tutto il necessario e solo il necessario” viene rispettato come un mantra anche nello sviluppo delle due generazioni successive, datate rispettivamente 2006 e 2014, che non rinunciano al design minimalista (specialmente nel caso della seconda serie, disegnata da Walter de Silva). Anche le prestazioni salgono di conseguenza: con la seconda generazione, infatti, oltre alle versioni “standard” 1,8 litri turbo da 160 CV, 2 litri turbo da 200 CV e, per la prima volta, anche 2 litri turbo diesel TDI da 170 CV, debuttano la TTS (2.0 turbo da 272 CV) e l’esagerata TT RS. Quest’ultima è spinta dal 2.5 TFSI cinque cilindri turbo da 340 CV (360 CV nell’edizione plus), un motore leggendario che si lega a doppio filo alla tradizione sportiva del brand. Con la terza serie, i motori crescono ulteriormente nella potenza, con la TTS che arriva a 310 CV e la TT RS che tocca quota 400 CV, mentre il design si fa più affilato, nel rispetto dei più recenti dettami stilistici del marchio.

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I Quattro Anelli si spostano dalla calandra al cofano (un dettaglio che strizza l’occhio alla sorella maggiore Audi R8) mentre l’interno abbraccia totalmente la semplificazione stilistica professata dalla prima TT: le classiche lancette spariscono in favore di un unico pannello digitale che sostituisce, in un colpo solo, sia la strumentazione sia il sistema di infotainment.

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Tre generazioni e venticinque anni dopo, lo spirito “less is more” in salsa emozionale di Audi TT vive nell’ultima, esclusiva edizione speciale “iconic edition”, destinata alla più potente delle TT, la RS.

Questo speciale allestimento in tiratura limitata, realizzato in soli 100 esemplari per l’Europa, celebra la storia di successo della coupé che ha rispolverato gli anni dell’irrazionalità più genuina della storia Audi (quella dei rally) in un pacchetto estetico destinato a non invecchiare mai, ponendosi al di sopra di qualsiasi tendenza e moda. Forse è proprio questo il miglior complimento che si possa fare alla TT.

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