I quasi 40 anni di Seat Ibiza dal “cuore” Porsche

La rottura tra Fiat e Seat risale al 1982, due anni dopo da quelle ceneri nasce la Seat Ibiza grazie all'apporto di Volkswagen e altri nomi illustri

I quasi 40 anni di Seat Ibiza dal “cuore” Porsche

Il cuore pulsante dell’arcipelago delle Baleari, un’isola dalle calde spiagge dorate e dall’azzurro mare come un tappeto di cristalli, nonché centro di divertimenti per giovani e adulti, grazie alla sua vita notturna irrefrenabile. Questa è una sommaria descrizione di Ibiza, un lembo di terra del Mar Mediterraneo che ha dietro alle spalle una storia antichissima, che risale addirittura al settimo secolo Avanti Cristo, quando alcuni coloni fenici instaurano il proprio rifugio a ridosso delle sue accoglienti rive per formare un nucleo di abitazioni e un porto, poi esaltato dall’esperienza dei Romani, che lo valorizzano fino a punto fermo del commercio marittimo all’interno dei confini del Mare Nostrum. Dal 1982, però, Ibiza non vuol dire solo acqua celeste, discoteche, vacanze estive e quant’altro, ma anche Seat. Sono passati quasi quarant’anni dal lancio di un modello che ha rivoluzionato il brand di origine iberica e che lo ha traghettato verso una dimensione più globale e rilevante, favorendo tutta l’industria automobilistica di Spagna.

Da Fiat a Volkswagen

Nel 1982, mentre la nazionale di calcio italiana trionfava nella Coppa del Mondo davanti al Re di Spagna cucendosi sul petto la sua terza stella, la Fiat perdeva il controllo della Seat dopo il naufragio – con strascichi – delle trattative con lo Stato spagnolo per la sua proroga. In quella magica annata era stato ideato un progetto industriale per il lancio di un nuovo modello di Seat, che avrebbe preso il nome di Ibiza. Il pianale di derivazione sarebbe stato quello della Seat Ronda, che a sua volta derivava da quello della Fiat Ritmo, ma il collasso dell’accordo tra la Casa torinese e la Spagna portò al suo insabbiamento temporaneo. Dopo più di un anno di sbandamento e di grandi tensioni, arriva la Volkswagen a togliere dal buio la Seat, che ha subito un progetto da estrarre dal cassetto: l’Ibiza. Tolto il primo strato di polvere, dalla Volkswagen decidono che l’idea non è poi così peregrina e ricuciono ciò che era stato interrotto. Dunque, si riparte dal pianale della Ritmo ma si cambia completamente il look che viene affidato alla Italdesign di Giorgetto Giugiaro. La matita italiana si esalta e partorisce una linea di successo, seguendo i tratti della Fiat Uno tanto in voga nel 1984. Per la sua industrializzazione viene scelto un altro nome pesante, Karmann, ma il meglio è quello che si trova sotto al cofano.

Seat Ibiza

Motori “Porsche System”

Il passato di Fiat è un ricordo da cancellare e da far dimenticare in fretta a chiunque, soprattutto a coloro che in passato avevano avuto a che fare con quelle Seat così spartane e poco curate. Dunque, dopo le prestigiose collaborazioni appena elencate, il pezzo grosso si trova sotto al cofano dove compare il nome di Porsche. L’azienda di Zuffenhausen, controllata dal Gruppo di Volkswagen, decide di dare la sua mano nello sviluppo dei piccoli gioiellini da collocare nel vano anteriore, nascono così i motori denominati “System Porsche”. Gli ingegneri tedeschi sviluppano delle unità adeguate alla caratura della macchina, che si colloca a metà strada tra un’utilitaria e una berlina compatta; quindi, non si ha il piglio sportivo del Cavallino di Stoccarda, ma con questo nome si vuole sottolineare ancora di più la volontà di ribadire il concetto che la musica è cambiata. Quando l’auto è pronta viene svelata al “Salone dell’Automobile di Parigi” del 1984, suscitando buone sensazioni complessive.

Seat Ibiza

Seat Ibiza: la prima della specie

La Seat Ibiza è in assoluto il primo modello partorito in modo indipendente dal costruttore iberico, che ha dovuto togliersi di dosso tanto scetticismo prima di bucare lo schermo e divenire un fenomeno di successo. L’idea che fosse una vettura poco affidabile e molto fragile l’ha tormentata specialmente nei primi anni di commercializzazione. Nella fabbrica di Martorell, nel cuore della penisola iberica, l’entusiasmo era comunque alle stelle perché finalmente veniva costruito qualcosa senza la supervisione di un terzo, di un padre padrone, ma soprattutto si aprivano le porte del sito anche alle donne, un evento da iscrivere negli annali della storia spagnola. Fino a quel momento, a metà degli anni ‘80, alle donne non era consentito lavorare in una catena di montaggio industriale, l’Ibiza ha dato un’opportunità in più al gentil sesso, che ricambierà il favore acquistando questa vettura in maggioranza rispetto alla controparte maschile.

Seat Ibiza

Dalla prima all’ultima generazione

La prima della specie ha raccolto un buon successo commerciale, perché in nove anni di carriera dal 1984 al 1993, ha venduto 1.300.000 esemplari. Al momento del suo lancio costava 825.000 pesetas spagnole, un prezzo abbastanza popolare ma non proprio per tutte le tasche. Da quel momento si sono susseguite altre quattro generazioni di Ibiza, fino all’attuale lanciata nel 2017. Le dimensioni sono cambiate, ma il suo spirito è sempre coerente con quello degli inizi e a tutti gli effetti rappresenta un orgoglio per una nazione intera che con lei ha ottenuto un bel riscatto.

Lo scetticismo inziale ha lasciato spazio al consolidamento di un nome che ha portato all’internazionalizzazione di Seat, che vende la sua Ibiza in 46 nazioni diverse, e che in quasi quarant’anni e più generazioni differenti ha raccolto un complessivo di quasi 6 milioni di unità vendute. Per tutti questi motivi Ibiza non è solo un’isola, ma anche una macchina di successo.

Seat Ibiza

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