Caro Granzotto, ci risiamo. L'ingombrante, invadente e saccente Babbo Natale ancora una volta invade tv e stampa. E Gesù Bambino? Mai citato, facciamoci caso. Illustri lei l'inesistenza di quel cialtrone rosso vestito. Ho poche notizie in merito.Gianni Romolottie-mail Eh sì, sta girando storto per Babbo Natale e le sue renne. E per l'abete di Natale (l'implacabile Camillo Langone, in una sua «Preghiera», s'augura che un pittore «dipinga una nuova Natività con la stalla riscaldata, oltre che dall'asino e dal bue, da un bel fuoco di tronchetti d'abete sul quale i pastori girano una renna allo spiedo»). L'abete no, quello è totem pagano, ma su Babbo Natale, caro Romolotti, c'è da discuterne. Lo sa che non è del tutto estraneo alla tradizione cristiana? L'originale, infatti, era un vescovo: san Nicola. Essendo anche il santo dei bambini, già secoli fa nelle Fiandre (dove era Sint Nicolaas, da cui poi Santa Claus) si prese a commemorarne la festa - 5 dicembre - con la distribuzione di piccoli doni ai fanciulli. In quella veste era descritto in sgargianti abiti vagamente liturgici e con una gran barba bianca. Esportata la tradizione nei paesi anglosassoni, Sint Nicolaas si fuse con lo Spirito del Natale (Dickens, A Christmas Carol) raffigurato come un uomo corpulento, barbuto e avvolto in un mantello verde ornato di pelliccia. La riduzione allo stato commerciale della figura del santo portatore di doni natalizi è databile ai primi dell'ottocento. Si dice per la matita di un allora celebre illustratore, Thomas Nas.
Che volle Santa Claus/Babbo Natale non più in abiti vescovili o di color verde, ma in giacca e braghe rosse, barba bianca, stivali, occhiali, pancia prominente, slitta e renne. Sbaglierò, ma così combinato e col suo «Jingle bell» non lo vedo in aperto contrasto con Gesù Bambino e «Tu scendi dalle stelle». Uniquique suum (fermo restando che non praevalebunt).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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