IL BACO SI MANGIA IL TORMENTONE

Il calendario dice che siamo all’ultima edizione di Sulla cresta dell’onda con il costume, le ciabatte, il cappellino e la tenuta estiva. E l’addio all’estate comporterà anche il contestuale addio ai tormentoni estivi, alle camicette nere e alla colonna sonora di quest’estate: niente più Marmellata 25 di Cesare Cremonini, basta Tanto elevato al cubo di Jovanotti, fine delle peregrinazioni targate Negrita di Rotolando verso Sud e via di questo passo. Continuerà ad emozionare, perlomeno nel cuore, la straordinaria Poesia laica di Elisa, sopravviverà ancora un po’ Vasco, resisterà qualcosa di Laura Pausini, un pizzico di Biagio Antonacci, sicuramente e paradossalmente resterà l’Estate. Ma nel senso di quella dei Negramaro, la più bella scoperta dell’anno. E poi, toccherà a un’altra stagione musicale: Lorenzo che da acido si fa dolcissimo in Mi fido di te e poi Ligabue arrabbiato e poi Ligabue dolce e poi Eros e poi...
Tutto questo per dire che, d’estate, anche la playlist è più dolce, scorre via meglio. D’estate anche la dittatura dei brani ad alta rotazione che si autoalimentano, essendo programmati di continuo e chiamando altre programmazioni di se stessi, è meno invasiva, più gradevole. D’estate, si può.
Ed è bello scriverlo, ed è bello dirlo, ed è bello dirlo in radio. Per esempio, a Radiouno, per esempio al Baco del millennio, appuntamento ottimo e abbondante in onda tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10,35 alle 11,45. Chi ci segue, lo sa. È un po’ il nostro pallino. Ma vale la pena di ripeterlo perché il Baco e il suo staff si confermano sempre più capaci di parlare di mass media e di radio, anche con toni critici e autocritici, senza timori reverenziali e, soprattutto, senza autoreferenzialità. Riuscendo a coinvolgere anche gli ascoltatori.
L’altra mattina, ad esempio, ero ospite anch’io e abbiamo avuto la fortuna di riuscire a parlare di radio e televisione senza luoghi comuni. Senza dover dire obbligatoriamente che quelle italiane fanno schifo rispetto a quelle del resto d’Europa. Anche e soprattutto perché non è vero. E, paradossalmente (ma non troppo, quando si è al Baco) il teste di accusa più inflessibile nei confronti della radiotelevisione nazionale è stato il padrone di casa, l’ottimo conduttore del Baco del millennio.

Colui che, in qualsiasi altra trasmissione, avrebbe invece vestito la toga per fare il difensore d’ufficio, qui diventa il pubblico ministero.
Insomma, il Baco è capace di stupire. Come diciamo spesso, facendone quasi un tormentone. Estivo e invernale.

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