Non si sono fatte attendere le reazioni di mercato e analisti dopo l’offerta pubblica di scambio da 10,1 miliardi di euro lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Mentre i vertici di Credit Agricole, azionista dell’istituto sotto Ops con il 9,18%, si sono trincerati dietro un “no comment”. Un silenzio che permane anche dalle parti dei vertici di Bpm, che evidentemente stanno studiando le prossime mosse da fare.
Secondo Equita, «l’integrazione Unicredit-Bpm presenterebbe indubbiamente una rilevante valenza industriale (possibilità di rafforzare il posizionamento nel Nord Italia, fare scala sulle fabbriche prodotto, spazio per realizzazione di sinergie). Tuttavia, riconosciamo che il premio risulta limitato.
Dal nostro punto di vista, giudichiamo l’operazione sensata anche sotto il profilo strategico, in quanto permette a Unicredit di costruirsi opzionalità sulla crescita futura, anche in relazione ad un’eventuale deal su Commerzbank». Insomma, l’operazione ha senso industriale, ma il prezzo è troppo basso (6,65 euro per azione) e ha un premio di appena lo 0,5% sulla chiusura di Borsa di venerdì da parte di Bpm.
Il titolo dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, dopo un guizzo in apertura, si è sgonfiato via via nel corso della giornata (6,71 euro a +1,09% a metà giornata) mentre Unicredit perde il 3,5% (a 36,7 euro). La reazione più nervosa, tuttavia, è arrivata in Germania con Commerzbank – che Unicredit punta ad aggregare – dove l’istituto guidato da Bettina Orlopp, a ridosso di metà seduta, perde oltre il 5%. Evidentemente, sebbene il ceo di Unicredit Andrea Orcel non abbia chiuso a nessuna ipotesi, il mercato ritiene che l’aggregazione in Germania potrebbe essere messa a repentaglio dalla mossa fatta su Banco Bpm.
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