"Bandiera Palestina? Sala faticò a esporre quella israeliana"

Il presidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach: "Divide anche la maggioranza"

"Bandiera Palestina? Sala faticò a esporre quella israeliana"
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Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah, il sindaco di Bologna espone la bandiera palestinese e per Beppe Sala è utile che anche qui il Consiglio ne discuta.

«Temo molto che ci sarà solo quella palestinese, perché dopo gli attentati del 7 ottobre Sala ha fatto fatica ad esporre quella israeliana e ha voluto o ha accettato il compromesso di mettere accanto anche quella della pace per non avere solo l'israeliana».

Almeno la doppia bandiera?

«Per me esporre il vessillo palestinese è inopportuno. Casomai ci sia almeno un accenno alla liberazione degli ostaggi e alla riconsegna dei cadaveri, minimo e doveroso come ricordo del 7 ottobre e come collegamento della guerra in corso con quell'attacco terroristico. Non ci si rende conto che se fin dall'inizio si fosse detto liberate gli ostaggi e procediamo con la cessazione del fuoco, saremmo arrivati a un accordo. Non viene capito ed accettato dai pro Pal e da tutti i dimostranti. É talmente importante per gli israeliani la liberazione che poteva davvero sbloccare la situazione».

Il direttore del Museo della Brigata ebraica Davide Romano ha usato parole dure, «il Comune non sia utile idiota dei terroristi».

«Potrei essere anche più cattivo, ma non voglio cercare ulteriori problemi con il sindaco. Abbiamo già una polemica in passato, ma credo che quando si trattano argomenti di questo genere, dovrebbe rendersi conto che hanno due facce, due realtà, e soprattutto due posizioni anche all'interno della sua maggioranza. Una posizione unilaterale genera inevitabilmente una frattura interna alla sua compagine. Poi ho una curiosità».

Quale?

«Verificheremo, se verrà autorizzata la bandiera palestinese, se effettivamente la esporrà solo 24 ore come quella israeliana. Non vorrei che strumentalmente sostenesse che il limite vale solo per le bandiere di uno stato nazionale estero. E quello palestinese non lo è ancora».

Cosa direbbe agli studenti pro Pal che occupano le università?

«Credo stia emergendo che in molti casi siamo di fronte a un'ignoranza degli elementi storici che hanno portato a questa situazione. È troppo facile rivendicare lo Stato palestinese quando si sa benissimo che nel 1947-48 sono stati gli arabi a rifiutare l'accordo proposto e che ha visto nascere lo Stato di Israele. In quell'occasione sarebbe nato tranquillamente anche quello palestinese, ma la parte araba aveva rifiutato e l'ha fatto ripetutamente, Camp David e tutti i successivi accordi. E se rifiuto lo Stato di Israele e mi pongo nello statuto la distruzione della controparte, è chiaro che non posso trovare un'intesa».

La comunità ebraica come sta vivendo le tensioni?

«C'è

timore di una rinascita dell'antisemitismo che fortunatamente in Italia non sfocia in aggressioni, ma si vede in scritte e insulti sui social. Buona parte della comunità è comunque preoccupata anche solo nell'andare in giro».

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