La sensazione che la battaglia legale sia solo all'inizio è forte. Ne abbiamo parlato con Gaetano Blandini, direttore generale della Siae, che tutela autori ed editori.
Sembra che abbiate scalfito la punta dell'iceberg del secondary ticketing?
«Direi che siamo un po' oltre la punta dell'iceberg. Per tanto tempo abbiamo percorso la strada della persuasione, ora percorriamo quella della Procura».
Il tribunale di Roma vi ha dato ragione sul caso Coldplay. Ma la rivendita dei biglietti on line continua indisturbata per tutti gli altri concerti.
«Per quello abbiamo presentato una seconda denuncia contro i soliti noti. Il giudice ha detto che non si possono oscurare gli hosting provider ma riconosce che c'è stata un'attività illecita grave e la definisce espressamente bagarinaggio on line. A breve si cambia musica».
Verrà finalmente tutelata la concorrenza?
«Me lo auguro. Quella di adesso è sleale».
Gli Usa hanno risolto il problema a monte, cioè mettendo fuori legge i software che fanno incetta di biglietti on line in pochi secondi.
«In Italia e in tutto il resto del mondo quei software sono legali. Però è tutto il resto ad essere illegale, a cominciare dal modo in cui vengono rincarati i biglietti, fino al 90%».
Troppo dura la linea statunitense?
«Più che altro non si elimina così il problema. È un attimo che vengano studiati programmi più evoluti che superino nuovamente i filtri di controllo per la vendita».
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