I cosiddetti intellettuali passati all' Italia dei Valori, purtroppo, non ci comunicano nulla di nuovo sull’Italia dei Valori, nulla di rinnovato sulla presunta funzione dell’intellettuale. Ci parlano solo, visti uno a uno, del loro climaterio. Ci mostrano solo, d’un tratto, il cinismo esistenziale e indifferente di chi sente mancarsi ogni centralità sotto i piedi, da anni, da lustri: progressivamente relegati, come sono costoro, ai margini di una «cultura» che nell’accezione da loro conosciuta non esiste più, come non esiste più tutto ciò che non è interdipendente, in sequenza, in traiettoria col resto del mondo. Gli elettori di Di Pietro, soprattutto quei grillini che l’hanno sovralimentato alle scorse politiche, conoscono Camilleri non certo per i suoi libri.
Gianni Vattimo, detto con simpatia, lo considerano un eccentrico pederasta. Giorgio Pressburger potrebbero ordinarlo da McDonald’s. E sanno di loro, in qualsiasi caso, molto più di quanto sappia Di Pietro.
Ora si buttano in questa nuova avventura (e fanno bene, esistenzialmente parlando) come quei pensionati che mollano famiglia, affetti e panchina ai giardinetti per un ultimo sussulto in Thailandia o alle Hawaii, con la corona di fiori in testa. Massì, che ci cambia. Per il Pd è una liberazione, per il Pdl non è nulla. Auguri di cuore, si divertano. Sai che palle quei caffè di Trieste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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