Berlusconi: «Il Polo resterà unito»

Fabrizio de Feo

da Roma

Silvio Berlusconi si mette alle spalle le polemiche di questi giorni e le fibrillazioni post-quirinalizie. E torna a distribuire ottimismo, dicendosi sicuro di poter tenere unita la coalizione di centrodestra. Il leader della Casa delle libertà detta la sua convinzione passeggiando nella romana Galleria Sordi, al termine del Consiglio dei ministri. Berlusconi entra in un paio di negozi, l’ultimo dei quali per bambini per acquistare qualcosa per i nipoti. E uscendo dal negozio, risponde brevemente alle domande dei giornalisti. «Terrà unita l’opposizione?» gli viene chiesto. «Assolutamente sì» la risposta del Cavaliere che poi rientra a piedi a Palazzo Chigi.
La convinzione del premier dimissionario non è solitaria ma è confortata dalle parole che Umberto Bossi fa risuonare in una intervista a Telepadania. «Berlusconi è in piena ripresa nei sondaggi, è come se la gente si fosse pentita di aver votato la sinistra. La Cdl sta andando bene e ha promesso un forte impegno per il referendum». Il rapporto con Silvio Berlusconi? «Rimane saldo» e per quanto riguarda la Lega è «un problema che non ci poniamo. Dare appoggio alla sinistra sarebbe smentire l’elettorato».
Non mancano, però, le spine dentro la Cdl e in particolare dentro l’Udc dove lo «strappo» di Bruno Tabacci e Marco Follini, schieratisi con l’Unione nel voto a Giorgio Napolitano, continua a far discutere. «Rivendico il diritto costituzionale di essere deputato senza vincolo di mandato» dice Tabacci. Sull’esistenza di franchi tiratori nel centrodestra il parlamentare lombardo smentisce di averne organizzato una pattuglia, ma spiega che quelli del centrosinistra «sono stati compensati in parte certamente da 10-12 colleghi dell’Udc, ma anche da alcuni colleghi dell’area riformista di Forza Italia e della lista Dc-Psi e probabilmente anche di An». Marco Follini, invece, interviene per smentire le ricostruzioni giornalistiche che lo vorrebbero fuori dallo Scudocrociato. «Aleggiano fantasmi che mi vedrebbero in uscita dal partito, magari verso presidenze di Commissioni o verso gruppi parlamentari con altri partiti. Il tema del contrasto all’interno dell’Udc è solo politico e riguarda il futuro della coalizione e la posizione da adottare sul prossimo, cruciale, referendum costituzionale». A dar retta, però, alle voci che provengono da Via Due Macelli la rottura potrebbe essere dietro l’angolo, soprattutto qualora il partito dovesse decidere di schierarsi per il «sì» al referendum sulle riforme istituzionali previsto per giugno. Follini farà campagna per il «no» e avrebbe chiesto al partito di concedere libertà di coscienza. Il verdetto, a questo punto, spetterà a Pier Ferdinando Casini.
Curiosamente, proprio nel momento in cui le voci di possibili cambi di schieramento si rincorrono, Enrico Letta e Marco Follini, insieme alle rispettive consorti, vengono «avvistati» a cena insieme in un noto locale di Testaccio. Un’occasione conviviale che non sfugge a un gruppo di avventori del ristorante, evidentemente di simpatie uliviste, che all’uscita invitano l’ex segretario dell’Udc a cambiare schieramento. A rendere ancora più ingarbugliata la matassa centrista, ci pensa Gianfranco Rotondi che, in una nota, annuncia «di aver revocato all’Udc l’uso dello Scudocrociato», in forza di una sentenza giudiziaria. Una mossa che induce Rocco Buttiglione a tentare una ricucitura con il parlamentare campano fuoriuscito dall’Udc nella scorsa legislatura.

«Sono sempre stato convinto che questa secessione della Dc di Rotondi debba terminare. Ci sono responsabilità da entrambe le parti, ma bisogna trovare il modo per riunire tutti i democratici cristiani». La replica di Rotondi è secca: «Riuniamoci, ma senza Casini».

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