Ma Bertinotti condanna solo a metà

Ma Bertinotti condanna solo a metà: "Intercettazioni cattive, però emerge il degrado". Casini: "Squallore al Tg1"

Ma Bertinotti condanna solo a metà

da Roma

Ancora la pubblicazione delle intercettazioni sul banco degli imputati e ancora una volta il ministro Mastella torna a parlare della necessità di una legge. Ma stavolta la situazione è aggravata dall’aver messo on line la registrazione per intero di una telefonata privata tra l’ex premier Silvio Berlusconi e il responsabile Rai delle fiction Agostino Saccà. «Uno squallore» per dirla con Pier Ferdinando Casini che mette sotto accusa anche il Tg1 per averle riportate integralmente. «Un conto - sottolinea il leader dell’Udc - è il contenuto delle intercettazioni, un conto è la loro divulgazione in diretta senza tener conto che la privacy è un diritto costituzionale».
Più o meno allo stesso modo la pensa il presidente della Camera, Fausto Bertinotti per il quale le intercettazioni rese pubbliche «sono una violazione dei diritti individuali di tutti i cittadini e delle persone. Dobbiamo uscire da questa condizione, non ci sono intercettazioni buone o cattive. Sono tutte cattive» ribadisce il presidente della Camera che comunque individua nella vicenda emersa dalle intercettazioni «elementi di degrado del costume» e segnali di un «degrado del sistema». E invoca una riforma del servizio pubblico «non più rinviabile». Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni alza il tiro e più che di riforma torna a parlare «di conflitto di interessi», visto che dalle intercettazioni «affiora un quadro collusivo tra dirigenti e personalità politiche che hanno un rapporto con la televisione commerciale, un quadro molto negativo su cui bisogna fare chiarezza». E se c’è chi come Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti difende il diritto a pubblicare le intercettazioni, c’è chi invece, come Sandro Bondi (Fi) considera la pubblicazione delle intercettazioni «una barbarie».
Molto criticata è stata anche la trasmissione della telefonata da parte di Raiuno. In particolare il presidente della commissione di vigilanza Mario Landolfi chiede al direttore generale Rai Claudio Cappon di intervenire su quella che più che essere «libera informazione» appare «una gogna mediatica». Da parte sua il direttore Rai annuncia che «in questi giorni, prima di Natale, partirà una contestazione disciplinare nei confronti di Saccà», mentre il Garante della Privacy apre un'inchiesta chiedendo elementi di valutazione alla Procura di Napoli. Anche Claudio Petruccioli condanna senza appello Saccà e conferma che verranno prese misure a carico del funzionario. Il presidente della Rai lancia anche l’allarme sul futuro del servizio pubblico: «Il problema è la disarticolazione progressiva che viene da elementi del sistema delle comunicazioni».


Polemico con Cappon il segretario nazionale della Destra Francesco Storace che invita il direttore Rai a non polemizzare «a vuoto con Berlusconi» e a preoccuparsi di verificare le norme che prescrivono come i compensi per la conduzione di trasmissioni Rai debbano essere resi noti alla commissione di Vigilanza.

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