Il "Bie" promuove Expo: non c’è più tempo da perdere

Ieri da Parigi la promozione del Bie al progetto di esposizione universale sull’alimentazione. Dopo i contrasti la soddisfazione della politica. Il sindaco: "Una giornata di eventi e un mega concerto per coinvolgere la città"

Il "Bie" promuove 
Expo: non c’è più 
tempo da perdere

«Abbiamo avuto il via libe­ra dal comitato esecutivo del Bie. Che poi la registrazione sia il 23 novembre, è una nor­male formalità». Va di fretta Letizia Moratti, sindaco e com­missario di Expo volata ieri a Parigi per affrontare l’esame fi­nale dei Paesi che partecipe­ranno all’esposizione univer­sale del 2015. Milano, fa capi­re, non può più aspettare. Nemmeno il mese che manca all’ufficialità e a un voto che or­mai nessuno può più mettere in dubbio. Con lei l’ammini­stratore delegato di Expo Giu­seppe Sala, il governatore Ro­berto Formigoni e il presiden­te della Provincia Guido Pode­stà. «Si prosegue a lavorare- le fa eco Formigoni - Anche il 23 novembre sarà una giornata importante per avere il defini­tivo assenso di tutti, ma certa­mente da oggi siamo ancora più fiduciosi, tranquilli e deter­minati a lavorare». Polemiche alle spalle, dunque. «Le scelte che abbiamo fatto - spiega Po­destà- sono sempre state cora­li. Anche nel confronto di lettu­re diverse che portano però un arricchimento complessi­vo ». Solo 6 su 155 i Paesi che han­no presentato domande. «Noi - racconta il sindaco - abbia­mo risposto a tutte». Un buon segno, assicura. «Evidente­mente il dossier di registrazio­ne era sufficientemente am­pio e chiaro». È stato «come un esame», con il comitato ese­cutivo che «dopo averci ascol­tato ci ha chiesto di allontanar­ci per decidere e poi ci ha ri­chiamato, riferendoci il suo apprezzamento e il via libe­ra ». Concreto e, come sempre, con i piedi ben saldi a terra Sa­la. «Non è che da oggi cambi la nostra vita - assicura l’ad - Ma certo potremo continuare a la­vorare al progetto, spero con un po’ più di serenità». La scommessa da vincere? «Ren­dere concreto il concetto di sfi­da innovativa. Il che significa tecnologia, contenuti, ma an­che divertimento per chi verrà a visitare i padiglioni». Nes­sun problema nel rispondere alle domande. «Ci hanno chie­sto soprattutto come faremo a coinvolgere nel progetto tutti i Paesi e le aziende interessate. La nostra idea di un’Expo di­versa interessa molto, ma ora vogliono sapere come inten­diamo realizzarla ».E un’occa­sione sarà l’incontro con i Pae­si organizzato a Milano per «stabilire le regole architetto­niche e di contenuti da osser­vare per poter partecipare al­l’evento ». Ora, infatti, dato per scontato il passaggio del 23 novembre, bisogna comin­ciare a pensare alle let­tere che la presidenza del consiglio dovrà in­viare ai 154 Paesi del Bie e alle organizzazio­ni universali come Fao, Unesco, Onu o Ue. Preludio alle nego­ziazioni per definire termini e modalità del­la presenza nel 2015. Entro gennaio, inve­ce, la Moratti annun­cia una grande giorna­ta dedicata ad Expo per coinvolgere i mila­nesi. Con un concerto e una staffetta di eventi in giro per la città per rinsaldare un rapporto che troppe polemi­che hanno raffreddato. E sul­l’intenzione del presidente della Corte dei conti Luigi Gianpaolino di controllare l’operato degli organizzatori, la Moratti non si scompone. «Lo auspico, più saranno i con­trolli meglio sarà». Ma per ora niente appalti, si fa tutto in ca­sa.

«Stiamo modificando l’iter sulla progettazione- spiega Sa­la - con l’intenzione di curare tutti gli aspetti della progetta­zione fino al preliminare “in house”. Il che vorrà dire che a breve assumeremo una qua­rantina di ingegneri».

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